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Görtz, Georg Heinrich barone di.

(o Goertz, Georg Heinrich barone di). Ministro svedese. Entrato al servizio del duca dell'Holstein-Gottorp nel 1698, ne divenne uno dei migliori funzionari, particolarmente esperto in campo finanziario. Nel 1714 fu "prestato" al re di Svezia, Carlo XII, che era cognato del duca, per aiutarlo a rivalutare la moneta svedese, sia all'interno che all'estero. G. dimostrò un notevole attaccamento al re e capacità eccezionali come ministro delle Finanze a partire dal 1715. Inoltre, grazie alla conoscenza che si era precedentemente fatta della coalizione antisvedese, assunse presto anche un'importante funzione in campo diplomatico, prendendo la direzione della politica estera svedese. La parte da lui avuta nella politica svedese fu grande, ma si è tuttavia esagerata l'influenza da lui esercitata sul sovrano, facendone l'ispiratore di tutte le misure più impopolari prese dal re, della cui politica G. non fu che un prezioso strumento. Nel 1718 tentò invano di concludere una pace separata con la Russia, cedendole le province baltiche che i russi avevano già conquistato, né gli riuscì di rafforzare i tradizionali vincoli di alleanza con la Francia. Quando cominciò a farsi sempre più certa la probabilità che Carlo XII morisse senza lasciare figli e si aprì la lotta per la successione al trono, G., in quanto rappresentante del partito degli Holstein, prese a caldeggiare l'ascesa al trono di Carlo Federico di Holstein-Gottorp, figlio della sorella maggiore di Carlo XII, contro la candidatura della sorella minore del re, Ulrica Eleonora, moglie di Federico d'Assia, e perciò candidata del partito dell'Assia. Il re, ugualmente affezionato al nipote e alla sorella, non intendeva riconoscere l'esistenza del problema dinastico che credeva di poter risolvere con una propria discendenza diretta e che lasciò perciò irrisolto. Morto prematuramente Carlo XII nel 1718, l'opposizione si dimostrò disposta ad appoggiare la candidatura di Ulrica e il partito antiassolutista risultò vincitore alla Dieta riunitasi nel gennaio del 1719. Per sottolineare la rottura con l'assolutismo monarchico, ancora prima di discutere il problema della successione, la Dieta decise di sottoporlo a processo, accusandolo di aver alimentato sospetti tra Carlo XII e il suo popolo e di aver privato il consiglio e l'amministrazione della Corona della legittima funzione di controllo negli affari dello Stato. Fu condannato a morte e decapitato, anche per le pressioni di Federico d'Assia che, a nome di sua moglie, intendeva assicurarsi il trono di Svezia (Franconia 1668 - Stoccolma 1719).