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Gènere.

Ordine che comprende più cose o individui aventi caratteristiche, tipo, qualità comuni. ● Arte - Pittura di g.: pittura che ritrae con fedeltà scene di vita quotidiana, di carattere spicciolo e aneddotico. Tipica dei pittori olandesi del XVII sec., fu molto in voga anche nel XVIII sec. ● Filos. - Nel linguaggio filosofico, nozione, ordine che comprende in sé più specie, che indica ciò che è comune a più specie. ● Scient. - Nelle scienze naturali, raggruppamento sistematico di più specie aventi caratteristiche, tipo, qualità comuni. ● Gramm. - Nella maggior parte delle lingue indoeuropee moderne distingue solo il maschile e il femminile. Nel tedesco e in alcune altre è conservato anche il g. neutro. In altre lingue il g. tende a scomparire, come nell'inglese in cui la distinzione è limitata ai pronomi. In nessuna lingua il g. grammaticale corrisponde strettamente al g. naturale. ● Lett. - G. letterario: espressione della stilistica letteraria con la quale si raggruppano opere d'arte simili tra loro nel contenuto e nello stile. Il concetto di g. letterario risale al periodo greco con Platone che praticò le prime distinzioni tra g. mimetico (tragedia, commedia), narrativo (ditirambo, nomo) e misto (epopea), e con Aristotele che fissò la bipartizione in drammatica e narrativa e richiese, per la tragedia, l'unità di azione. Propagato dalla cultura letteraria romana con Orazio e Quintiliano, il concetto di g. passò alle letterature tardo-latina e bizantina. Il Medioevo diede vita a forme letterarie che non hanno riscontro nei g. antichi (la canzone di gesta, la sacra rappresentazione, il poema romanzesco). Il Rinascimento letterario italiano, con lo studio della Poetica di Aristotele, si richiamò ai g. teorizzandone rigidamente i caratteri. La teoria dei g. entra in crisi con il Romanticismo, che non tollera caratteristiche prefissate o modelli. Croce rinnovò la condanna dei g., che tuttavia sono ancora usati dalla critica come oggetto di studio storico, e come strumenti empirici di classificazione. ● Mat. - G. di una curva algebrica è un numero P intero, non negativo, legato ad alcune particolari proprietà della curva. Il concetto di g. si estende anche nel caso di superfici e varietà algebriche e topologiche.