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Gàllia.

Territorio dell'Europa occidentale compreso tra il Reno, le Alpi, il Mediterraneo, i Pirenei, l'Oceano Atlantico e il Mare del Nord, nel quale si susseguirono varie fasi di civiltà (Paleolitica, Neolitica, Eneolitica). Da incisioni rupestri risulta che gli uomini della G. preistorica conobbero il mammut. Furono poi partecipi della fiorente civiltà agricola mediterranea: gli antichi mediterranei, detti anche Liguri, conoscevano la scrittura. L'ultima età ligure è caratterizzata dall'uso del bronzo. Nel VII sec. a.C. penetrano nella regione i Celti indoeuropei, i Galli, che conoscevano il ferro. Le principali tribù (o gruppi di tribù) galliche dell'epoca storica, secondo il catalogo di Cesare, erano gli Arverni, i Biturigi Cubi, i Carnuti, gli Edni, i Sequani, i Lingoni, i Belgi. Questi popoli avevano organizzazioni politiche indipendenti l'una dall'altra, e continue lotte li agitavano, per cui i tentativi di formare un forte Stato gallico non riuscirono o non approdarono a un risultato: così il tentativo di Ambigato, re dei Biturigi, quello di Bituito re degli Arverni, quello di Vercingetorige, re degli Arverni, il quale fu vinto e ridotto in schiavitù da Giulio Cesare (52 a.C.), che completò così l'occupazione militare romana. Dopo la conquista, i Romani tennero facilmente sotto il loro dominio i Galli stremati dalle lunghe guerre, e i diversi governatori (quasi tutti cesariani) che si susseguirono fino ad Augusto promossero la romanizzazione della provincia (Narbonese) anche con la fondazione di numerose colonie. La G. (meno la Narbonese) venne poi compresa tra le province imperiali di Augusto e fu divisa nelle tre province: G. Belgica, G. Lugdunense e Aquitania. I Romani da una parte conservarono l'antica distinzione in tribù e in genere gli antichi costumi celtici, dall'altra favorirono la romanizzazione del Paese che non trovò ostacoli se non nella casta e nei riti dei Druidi. L'imperatore Claudio, inoltre, non solo concesse la cittadinanza romana a tutti i Galli, ma li ammise alle magistrature. Fino al III sec. non si ebbero rivolgimenti o pronunciamenti degni di nota e il Paese fiorì come fiorirono le costumanze e la lingua dei Celti. Dal 258 al 273 durò l'impero delle Gallie di Postumo, ribelle al potere centrale di Gallieno. Dopo Diocleziano la suddivisione amministrativa delle Gallie subì vari rimaneggiamenti e i Romani curarono l'efficienza militare, specialmente al confine germanico. Qui la pressione germanica si faceva sempre più forte. Nei IV, V e VI sec. è un susseguirsi di guerre, e un intensificarsi degli stanziamenti germanici in territorio gallico, ora con il favore del popolo romano, ora contro. Nel 451 Ezio ferma l'invasione unna di Attila, ma il potere imperiale è in continua e rapida decadenza e i re germanici (dei Burgundi, dei Visigoti, dei Batavi, dei Franchi, degli Alamanni) sono ormai signori di porzioni sempre più vaste del territorio definitivamente smembrato. Un re germanico, Clodoveo, re dei Franchi, ricostituirà (IV sec.) sotto il suo scettro una nuova entità politica che prenderà il nome di Francia. ● Arte - Benché testimonianze dell'arte paleolitica indichino la G. come la provincia più antica ed il centro della cultura europea, per cercare le origini delle prime vere manifestazioni artistiche della G. bisogna arrivare alle invasioni celtiche con le civiltà di Hallstatt e di La Tène (civiltà della cultura del ferro) che si svilupparono nella regione centro-settentrionale del Paese. Elementi mediterranei erano spesso presenti nell'espressione artistica più peculiare, la metallotecnica. Nella regione meridionale del Paese la civiltà greca ebbe un notevole influsso su ogni manifestazione artistica ed in poco tempo, soprattutto per merito delle numerose colonie greche stanziate sulla costa mediterranea, cancellò ciò che era rimasto delle manifestazioni d'arte indigena. La civiltà greca esercitava una notevole influenza sulle strutture architettoniche ed urbanistiche ed è palese anche nell'arte del metallo, della scultura e della ceramica. I soggetti preferiti erano belve, animali, guerrieri e teste umane recise, mentre i soggetti ornamentali rientravano nelle manifestazioni artistiche d'ispirazione indigena o greca-classicheggiante. Durante l'epoca romana le città rifiorirono arricchite di templi, monumenti, arene, anfiteatri, acquedotti, ponti, basiliche che nettamente si staccavano dai canoni delle civiltà precedenti benché questi siano evidenti invece nella scultura. Particolarmente ricca fu, nel periodo romano, la produzione ceramica che si sviluppò sul modello di quella italiana arrivando persino a soppiantare quest'ultima con lo sfruttamento di migliori tecniche e di decorazioni originali. Non è rimasto molto della produzione pittorica mentre quella del mosaico è rappresentata da opere di notevole pregio ed interesse per la loro ampiezza e per l'indiscutibile finezza dello stile. ● Rel. - Numerosi monumenti archeologici (cromlech, dolmen e menhir) rivelano l'esistenza di un culto dei morti molto diffuso. Alcune divinità celtiche furono identificate da Cesare con altre romane (Borvo e Apollo, Rosmerta e Mercurio, ecc.) però gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti sui quali erano scritti altri nomi (Teutates, Esus, Taranis) da attribuire sicuramente a divinità locali di origine naturalistica. La religione dei Galli divenne, dopo l'infiltrazione romana, antropomorfica, cioè agli dei venivano attribuiti sembianze e sentimenti umani. Il Cristianesimo venne introdotto tra i Galli verso gli inizi del IV sec. e prevalse sulle altre religioni.
Le campagne militari organizzate da Cesare tra il 58 e il 15 a.C.per assoggettare la Gallia