Romanzo picaresco dello scrittore spagnolo Mateo Alemán, pubblicato tra
il 1595 (prima parte) e il 1604 (seconda parte). È la storia, narrata in
prima persona, delle avventure e delle disavventure del
pícaro
G. che, attraverso diversi mestieri e varie esperienze, giunge a una
profonda comprensione della vita. Narrate con realismo spesso cinico, in uno
stile diretto e vivace, di grande ricchezza verbale, le avventure di
G.,
un personaggio di grande complessità psicologica, riflettono le vicende e
riportano le convinzioni dello stesso autore, il suo singolare stoicismo, le sue
preoccupazioni morali e il suo profondo pessimismo nei confronti della
società del tempo. Il carattere composito dell'opera, ricca di lunghe
digressioni, di apologhi, di citazioni erudite (frutto della cultura classica e
biblica di Alemán), di un intreccio di storie secondarie che si dipanano
all'interno del racconto principale, non sminuiscono il suo valore, favorendone
anzi l'influenza su scrittori quali Quevedo, Grimmelshausen e Lesage.