Stato (36.125 kmq; 1.187.000 ab.) dell'Africa occidentale. Confina a Nord con il
Senegal, a Est e a Sud con la Guinea. Il territorio comprende una parte
continentale, l'arcipelago delle Bijagos e l'isola di Bolama. Capitale: Bissau.
Città principali: Cacheu, Bafatá, Gabú. Ordinamento:
Repubblica presidenziale. Il presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto
per cinque anni ed è anche capo del Governo; il potere legislativo è affidato
all'Assemblea Nazionale, composta da 100 membri eletti per cinque anni.
Moneta: peso Guinea. Lingua ufficiale: portoghese; sono diffusi tra
la popolazione indigena dialetti sudanesi e il creolo portoghese. Religione: i
due terzi della popolazione praticano culti animisti; minoranza islamica.
Popolazione: principalmente
balante e
fulbe; minoranza
malinke,
manjaco e
papel.
GEOGRAFIAIl
territorio è occupato prevalentemente da una pianura alluvionale
attraversata da numerosi fiumi (Cacheu, Geba, Corubal). La costa, frastagliata e
circondata da isolotti, è ricoperta da una fitta foresta pluviale che,
procedendo verso l'interno, cede il posto alla savana. Il clima è caldo
umido. Alla stagione delle piogge (da maggio a ottobre) segue una stagione secca
(da novembre ad aprile).
Cartina della Guinea BissauECONOMIALa
G. è uno dei Paesi più poveri del mondo. La principale
risorsa è costituita dall'agricoltura: riso, granoturco, arachidi, olio e
noci di palma, noci di cocco, manioca. Il Governo si pone come obiettivo quello
di raggiungere l'autosufficienza. La pesca è in via di sviluppo.
L'industria è limitata alla lavorazione delle arachidi e del
riso.
STORIANel XVI sec. i
Portoghesi si installarono in
G., abitata fino ad allora da oriundi del
Regno del Mali e da popolazioni fulbe e mandingo. Diventato dominio portoghese
dal 1610, il Paese fu colonia dal 1879. Nel 1956 Amilcar Cabral fondò il
Partito africano per l'indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC).
Dopo tre anni di inutili tentativi di negoziazione con i Portoghesi, nel 1959 il
PAIGC diede il via alla guerriglia. Le zone liberate dal PAIGC elessero
un'Assemblea nazionale popolare che, il 24 settembre 1973, proclamò
la Repubblica democratica di
G., riconosciuta dall'ONU, ma non dal
Governo portoghese che continuò a considerare il Paese una provincia
d'oltremare. La
G. fu la prima colonia portoghese in Africa a ottenere
l'indipendenza. Dopo la Rivoluzione portoghese dell'aprile 1974 furono
intavolate trattative, conclusesi il 26 agosto 1974 con un accordo firmato ad
Algeri. Capo Verde raggiunse l'indipendenza il 10 settembre 1974. Nel
dicembre 1976 fu eletto capo dello Stato Luis de Almeida Cabral, che nel
dicembre 1980 fu destituito da un colpo di Stato. Capo Verde, fino ad allora
strettamente legato alla
G., recise ogni legame con il nuovo Governo,
formato da Victor Saude Maria. La liberazione dell'ex presidente Cabral (1982)
apparve come un sintomo di normalizzazione, anche se le tensioni politiche
interne non furono superate, come dimostrò il tentativo di colpo di Stato
attuato nel marzo 1984 da Victor Saude Maria; alla sua destituzione, il
presidente João Bernardo Vieira, segretario generale del PAIGC, assunse
la guida del Governo. Vieira annunciò una politica di radicale riforma di
tutto il sistema amministrativo e produttivo e puntò alla
liberalizzazione economica e all'incoraggiamento di investimenti a capitale
straniero; venne riconfermato alle elezioni del 1989. Soltanto nel 1994 il lento
processo verso la democrazia diede i primi risultati: furono infatti indette le
prime elezioni pluraliste, che si conclusero con la vittoria del presidente
uscente Vieira. Nel 1995 fu ratificato l'accordo sulle frontiere con il Senegal,
ma nonostante ciò la
G. continuò a ospitare i ribelli
indipendentisti del Casamance, regione del Senegal. Il 7 giugno 1998 Il capo
dell'esercito Ansumanè Manè, accusato dal presidente di rifornire
di armi i ribelli del Casamance, si sollevò con un gruppo di rivoltosi
dando inizio a una vera e propria guerra civile. Il 1° novembre 1998 fu
firmato un trattato di pace ad Abuja (Nigeria), ma il 31 gennaio 1999, a causa
della permanenza delle truppe senegalesi, ripresero i combattimenti. L' 8 maggio
1999, a seguito di un nuovo attacco da parte delle truppe fedeli al generale
Manè, il capo di Stato Vieira chiese asilo all'ambasciata portoghese.
Mané assunse il potere e la giunta militare indisse le elezioni (fine del
1999 - inizio del 2000), che registrarono l'affermazione del Partito per il
rinnovamento sociale di Kumba Iala, che divenne il nuovo presidente della
Repubblica. Scoppiarono quindi nuovi scontri a Bissau tra i reparti fedeli a
Mané e le truppe di Iala. Fallito il nuovo tentativo di golpe, il 1°
dicembre Mané venne trovato morto. Da allora, la
G.
attraversò continue crisi e nel 2001 si verificarono ripetuti scontri tra
Iala e l'opposizione che si intensificarono con il passare dei mesi. Molte decisioni
prese dal presidente (come quella del settembre 2001 di sollevare dall'incarico il vertice della Corte
Suprema che aveva ribaltato la sua decisione di espellere i leader di una setta islamica,
o l'allontanamento, nel novembre 2001, del ministro degli Esteri Antonieta Rosa Gomes
perché critica nei suoi confronti, o ancora l'annuncio, nel novembre 2002, di voler
sciogliere il Parlamento per convocare
elezioni anticipate) scatenarono un'ondata di perplessità e malcontento nel Paese che si
tradusse, nel settembre 2003, in un colpo di Stato militare guidato dal generale Verissimo
Correia Seara. I vertici dell'esercito, però, annunciarono di non voler rimanere al potere e
incaricarono l'uomo d'affari Henrique Rosa, molto vicino all'influente establishment cattolico locale,
di servire lo Stato in veste di presidente
ad interim fino a successive elezioni politiche. Queste
si svolsero nel marzo 2004 e furono vinte dal PAIGC (Partito africano per l'indipendenza della Guinea),
che aveva assicurato l'indipendenza del Paese dal Portogallo. Nel maggio 2005 si tennero invece le elezioni
presidenziali, che
registrarono la vittoria di João Bernardo Vieira, l'ex dittatore già al potere dal 1980 al 1998.
Vieira, tuttavia, potè entrare in carica solo
nell'ottobre successivo, a causa dell'ostruzionismo messo in atto da Sanha e dai suoi seguaci che contestavano
la validità del voto. Subito dopo l'insediamento, Vieira licenziò Carlos Gomes Junior, reo di non
aver riconosciuto il responso delle urne, e nominò primo ministro il suo stretto collaboratore
Aristide Gomes. Nel marzo-aprile 2006 salì la tensione nella zona settentrionale del Paese a
causa dello sconfinamento di gruppi di ribelli della Casamance che rischiò di aprire un nuovo
fronte di guerra in uno degli Stati più instabili dell'Africa.