Stato (28.050 kmq; 431.000 ab.) dell'Africa equatoriale. Comprende il territorio
di Rio Muni (che confina a Nord con il Camerun, a Sud e a Est con il Gabon), le
isole Fernando Poo, Annobon, Corisco, Elobey Grande, Elobey Chico. Capitale:
Malabo. Ordinamento: Repubblica presidenziale. Moneta: franco C.F.A. Lingua
ufficiale: spagnolo. Religione: cattolica e in minoranza
animista.
GEOGRAFIALa
parte continentale del Paese è montuosa e coperta da una fitta foresta
tropicale, favorita dalle abbondanti precipitazioni. Il clima è caldo
umido.
Cartina della Guinea EquatorialeECONOMIAL'economia
si basa principalmente sull'agricoltura (cacao, caffè, banane, manioca).
Legnami pregiati (okumè, palissandro, ebano).
Pesca.
STORIALa colonia della Guinea
spagnola fu costituita nel 1911, in seguito all'unione amministrativa delle
isole Fernando Poo e Annabòno con il prospicIente territorio costiero,
bagnato dal Rio Muni. Le due isole, scoperte e assoggettate dai Portoghesi nel
XV sec., erano passate nel 1778 sotto l'amministrazione spagnola. Il territorio
modificò varie volte la propria struttura amministrativa, finché
nel 1959 assunse lo
status di provincia spagnola, col diritto di eleggere
propri rappresentanti al Parlamento di Madrid. I progetti di integrazione erano
però destinati a fallire e nel 1963 fu autorizzata la costituzione di un
Governo autonomo, primo passo verso la piena indipendenza, proclamata il 12
ottobre 1968. Rivalità etnico-tribali tra i due maggiori gruppi, Buti
(territorio insulare) e Fang (territorio costiero), turbarono sin dalla nascita
la vita del nuovo Stato. Sussistevano inoltre forti divergenze, che all'indomani
dell'indipendenza la Spagna cercò di sfruttare a proprio vantaggio per
non lasciarsi sfuggire di mano il controllo del nuovo Stato e istituire rapporti
di tipo neocoloniale. A pochi mesi dall'indipendenza la vita politica della
G.E. fu turbata da un tentativo di colpo di Stato (marzo 1969), messo in
atto dalla guarnigione spagnola e avallato dal ministro degli Esteri N'Dongo,
contro il presidente eletto Francisco Marcìas. La posizione di
Marcìas, già precaria, fu definitivamente compromessa da un colpo
di Stato che nel 1979 affidò il potere a un Consiglio supremo militare
presieduto dal colonnello Teodoro Obiang Nguema. Le violenze e i soprusi messi
in atto dal regime dittatoriale di Obiang Nguema, che dal 1989 assunse anche la
carica di presidente, furono più volte denunciati dalla Chiesa e da
organismi umanitari. Nel 1991 venne varata una nuova Costituzione, in
sostituzione di quella approvata nel 1982 (ma mai entrata in vigore), in cui fu
introdotto il multipartitismo. Sostanzialmente la vita politica continuò
comunque a essere dominata dal partito del presidente, che proseguì nella
repressione dell'opposizione. Il Partito democratico di Obiang Nguema ottenne la
maggioranza assoluta alle elezioni legislative del 7 marzo 1999 (molti membri
dell'opposizione, che contestò la regolarità delle elezioni,
vennero arrestati) e alle amministrative, boicottate dall'opposizione, del
28 maggio 2000. Nel febbraio 2001 il presidente Obiang Nguema attuò un
rimpasto governativo, in modo da allontanare ministri risultati
scomodi.