(detto
il Kaiser). Imperatore di Germania. Figlio di Federico III di
Hohenzollern e della principessa Vittoria. A dieci anni fu iscritto nel I
reggimento della Guardia reale a piedi. Nominato luogotenente della Guardia
reale a Potsdam, frequentò per due anni i corsi di Diritto
all'università di Bonn, e quindi riprese il suo posto nella guardia
reale, di cui fu nominato colonnello (1885). Nel 1881 aveva sposato Augusta
Vittoria, primogenita di Federico di Augustenburg. Sia pure attendendo alle cure
del suo reggimento,
G. negli anni successivi non rimase del tutto
estraneo agli affari politici. Dopo essere stato promosso maggior generale, con
decreto del 17 novembre 1887 firmato da Gugliemo I e dal Bismarck, ricevette una
specie d'investitura che faceva di lui un vice imperatore. Il 15 giugno Federico
III morì a Potsdam. Appena salito al trono,
G. lanciò due
proclami all'esercito e alla marina e tre giorni dopo ne fece uno al popolo,
affermando fin da allora che il diritto a regnare gli veniva da Dio. Le
circostanze nelle quali egli iniziava il suo regno erano particolarmente
favorevoli. Alla potenza economica della Germania, in continuo aumento da
parecchi anni, corrispondeva la potenza militare, la quale era in armonia con la
forte situazione che la Triplice Alleanza garantiva in Europa all'impero
tedesco. Non si poteva dimenticare, e la grande maggioranza dei tedeschi non lo
dimentica, che gli artefici di quella potenza erano Bismarck e Moltke: e molta
fu la sorpresa quando si seppe (agosto 1888) che quest'ultimo aveva pregato
l'imperatore di esonerarlo dalle funzioni di capo di Stato maggiore, che quel
desiderio era stato esaudito e che a succedergli era stato nominato il generale
Waldersee. Nel suo primo anno di regno
G. ebbe particolari cure per il
principe di Bismarck, benché essi avessero una diversa opinione nel
considerare le questioni politiche, specialmente d'intonazione sociale; il
Bismarck non s'interessava delle ultime se non in quanto potessero avere una
ripercussione politica:
G. invece considerava come un dovere di sovrano
moderno quello di portare rimedi ai mali della società. Da parte sua
Bismarck riteneva che il suo sovrano non assumesse un atteggiamento netto nella
politica estera. La tensione tra i due aumentò finché il
cancelliere di ferro inviò le proprie dimissioni, che furono subito
accettate. Libero dalla personalità dominante di Bismarck,
G.
volle dare una impronta tutta sua personale agli affari di governo: convinto che
l'impero tedesco avesse da compiere una missione politica e religiosa, analoga a
quella alla quale si era accinto Carlomagno e che egli ne dovesse essere
l'esecutore, ebbe grandi cure per l'esercito e per la marina, i maggiori
sostegni per porre in atto questo suo mandato; e ai problemi militari
subordinò i problemi coloniali, culturali, religiosi, sociali, artistici.
La sua politica estera fu sempre ondeggiante, specialmente nei riguardi della
Russia, contro la quale versò a piene mani la sua esasperazione, quando
si rafforzò l'alleanza russo-francese, da lui del resto provocata. Anche
con l'Inghilterra egli, di fronte a uomini che ne reggevano le sorti,
sentì l'inferiorità sua, e se ne adirò più volte; e
allora fu sua grande preoccupazione quella di costruire una flotta che
rivaleggiasse con la flotta inglese. L'indirizzo della sua politica estera
persuase la Francia e l'Inghilterra a intendersi e a concludere il trattato
dell'8 aprile 1904, per cui la prima riconosceva la situazione inglese in
Egitto, la seconda la penetrazione pacifica francese nel Marocco. Né il
suo intervento in quest'ultimo Paese fu fortunato, poiché l'incidente di
Agadir e la conferenza di Algeciras non condussero a risultati favorevoli per la
Germania. È tuttavia da riconoscere che
G. II assicurò al
suo Paese un vasto impero coloniale e una marina mercantile potente. Nel 1897
Kiao-chow fu occupata dalla Germania, nel 1899 avvenne l'acquisto del gruppo
delle Caroline e delle Marianne e nel 1900 la conquista definitiva delle isole
Samoa. Ma dove l'espansione coloniale tedesca ebbe maggiore attività fu
in Africa, per l'acquisto del Camerun (1894 e 1911) e dei possedimenti
dell'Africa orientale e del Sud-Ovest (1890), contributo per il vasto disegno
d'una Mittel-Afrika da contrapporre all'espansione coloniale inglese in Africa.
Scoppiata la guerra, l'inquietudine del suo carattere, l'impulsività e la
mutevolezza delle decisioni furono, sebbene non sempre, arginate dagli elementi
militari. Travolto dalle vicende della guerra, dopo più giorni di
ondeggiamento, costrettovi dal cancelliere Max del Baden e dal consiglio dei
generali, il 9 novembre 1918 si decise ad abdicare, rifugiandosi a Doorn, in
Olanda (Potsdam 1859 - Doorn, Paesi Bassi 1941).