Poeta italiano. Pronipote dell'umanista veronese Guarino Guarini. Studiò
a Ferrara e a Padova. Dal 1557 tenne cattedra di Poetica e Retorica nello Studio
di Ferrara; fu segretario e poi presidente dell'Accademia degli Eterei fondata a
Padova nel 1563 da Scipione Gonzaga; gentiluomo di corte del duca Alfonso II
d'Este, al cui servizio rimase per lunghi anni (1567-1588).
G.
passò per un emulo di Tasso, che aveva conosciuto e frequentato alla
corte estense, per la favola pastorale
Il pastor fido (composta tra il
1580-83), la quale è indubbiamente, accanto all'
Aminta di Tasso,
una delle opere migliori e più caratteristiche prodotte nel genere nella
seconda metà del Cinquecento. La restante sua produzione comprende oltre
ai due
Verato, due commedie in prosa, lo
Sponsalizio e
l'
Idropica (1609); un canzoniere (
Rime, 1598); un
Trattato
della politica libertà (1599-1600), una trattatello in forma
dialogica,
Il Segretario (1594) (Ferrara 1538 - Venezia 1612).