Principe di Salerno. Figlio di Guaimario IV e di Gaitelgrima, associato al trono
dal padre (1018), gli successe nel 1027, governando per qualche mese sotto le
direttive della madre. Vinto in battaglia Pandolfo da Capua, iniziò, con
l'appoggio anche dell'imperatore Corrado II il Salico, un'abile politica di
espansione che gli permise d'annettere al suo stato prima Arpino e poi Capua, la
contea d'Aversa, il ducato di Amalfi (1039) e infine Gaeta (1040). S'accinse poi
con l'aiuto normanno a occupare la Puglia contro i Bizantini, assumendo il
titolo di duca di Puglia e Calabria, e facendo raggiungere al principato di
Salerno l'apogeo della sua potenza. A tanta forza politica si aggiunse lo
splendore culturale, con la scuola medica salernitana sempre più famosa,
col monaco Amato di Montecassino, con l'arcivescovo e poeta Alfano e col
giurista Romualdo. Tanta splendida ascesa venne però troncata dalla
calata in Italia dell'imperatore Enrico III, ostile a
G. V, tanto da
togliergli le contee di Capua e di Aversa e trasferire Gaeta al potere
pontificio (1047). Negli anni successivi, mentre preparava la riscossa,
G.
V cadde sotto il pugnale dei congiurati (m. 1052).