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Gruber, Lilli.

Giornalista e donna politica italiana. La sua carriera iniziò come conduttrice a Telebolzano, una piccola emittente privata, per proseguire con la collaborazione al quotidiano "Alto Adige". Giornalista professionista dal 1982, venne assunta nel 1984 al TG3 regionale del Trentino-Alto Adige. Passata al TG2, nel 1987 diventò la prima giornalista italiana a condurre un telegiornale di prima serata. Giunta nel 1990 al TG1, nel 1994 iniziò la conduzione dell’edizione delle 20.00. Dal 1998 lavorò come inviata di politica estera, seguendo per la RAI tutti i principali avvenimenti internazionali. Tra gli eventi da lei seguiti, oltre ai ripetuti servizi relativi al Medio Oriente (Siria, Libano, Israele, Giordania, Iraq), vi furono la guerra nella ex Jugoslavia, i test nucleari francesi a Mururoa nel Pacifico, le elezioni parlamentari e presidenziali in Iran, gli attacchi terroristici alle Torri Gemelle e al Pentagono, la crisi irachena e la guerra del 2003 contro l'Iraq. All'estero, la G. lavorò nel 1988 per la televisione pubblica tedesca SWF, dove condusse un talk-show mensile sull'Europa e, nel 1996, quando lanciò e co-produsse da Monaco di Baviera il settimanale "Focus Tv" su Pro 7, televisione del gruppo Kirch. Nel 1999, inoltre, realizzò per la trasmissione 60 Minutes della statunitense CBS un'intervista-ritratto con Sophia Loren. Collaboratrice per il quotidiano "La Stampa", fu inoltre autrice di alcuni libri-reportage, tra i quali ricordiamo: Quei giorni a Berlino (1990), dove raccontò la sua esperienza di inviata durante il crollo del Muro; I miei giorni a Baghdad (2003), sulla guerra in Iraq; L'altro Islam (2004) e America anno zero (2006). Durante la sua carriera, venne insignita di numerosi riconoscimenti, tra cui: lo Schmid Preis (1995), il Premio Fregene (1998), il Premio Spoleto per il giornalismo (2001), il Premio Chianciano e il Premio Sirmione Catullo (2003) come inviata a Baghdad. Nel 2003 fu anche nominata Cavaliere al merito della Repubblica dal presidente Ciampi. Nel 2004, in disaccordo con la nuova linea editoriale decisa dai vertici della televisione di Stato italiana, si dimise, candidandosi alle elezioni europee nella coalizione Uniti nell'Ulivo. Venne eletta al Parlamento comunitario con oltre un milione di voti; da allora ricoprì gli incarichi di membro della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni e della Commissione Affari Esteri, nonché di presidente della Delegazione degli Stati del Golfo del Parlamento Europeo (n. Bolzano 1957).