Militare e uomo politico greco-cipriota. Orientatosi verso la carriera militare,
studiò nelle accademie di Atene e di Parigi e, per sottolineare il suo
fervente nazionalismo, nel 1919 assunse la cittadinanza greca. Durante la
seconda guerra mondiale, combattè sul fronte albanese e, insieme con
altri ufficiali monarchici e nazionalisti, diede vita all'organizzazione
denominata "X" che dapprima partecipò alla resistenza contro i tedeschi,
poi volse le armi contro i partigiani comunisti. Divenuto noto col nome di
battaglia di Dighenis, nel 1954 fece ritorno a Cipro dove costituì
l'armata clandestina denominata EOKA (Organizzazione greca dei ciprioti
combattenti) e nell'aprile 1955, scatenò la lotta armata contro il
dominio coloniale britannico. Quando nel 1959 a Zurigo fu raggiunto l'accordo
politico che pose fine alla lotta armata e aprì la via all'indipendenza
di Cipro, proclamata nell'agosto 1960, sembrò accettare le decisioni dei
governanti ciprioti e fece ritorno ad Atene dove ricevette accoglienze trionfali
e fu proclamato eroe nazionale. Ben presto però entrò in contrasto
sia col Governo greco, sia soprattutto con quello cipriota dell'arcivescovo
Makarios, accusandolo di aver tradito la causa dell'
enosis, l'unione di
Cipro alla Grecia. Nel 1964 fece ritorno nell'isola per assumervi il comando
delle forze armate grecocipriote, moltiplicando le occasioni di scontro dei suoi
soldati e gli interventi contro la comunità turco-cipriota, soprattutto
quando cominciò a delinearsi con sempre maggiore chiarezza la posizione
indipendentistica e nazionalista di Makarios, in contrasto con la tradizionale
politica greco-cipriota dell'
enosis. L'instaurazione in Grecia del regime
dei colonnelli, sembrò dovesse favorire la destituzione di Makarios in
suo favore, ma l'arcivesco-presidente proseguì sulla sua linea e, dopo la
grave crisi del novembre 1967, provocata dalla reazione della Turchia
all'attacco contro un villaggio turco-cipriota da parte dei suoi soldati,
Makarios gl'impose di lasciare Cipro. Dalla Grecia, continuò a tenersi in
stretto contatto con gli elementi greco-ciprioti più oltranzisti e ad
alimentare la dissidenza della destra contro il Governo di Makarios. Quanto
scarso fosse il suo seguito nell'isola apparve chiaro dai risultati delle
elezioni presidenziali del 1968, in cui il suo candidato di fiducia, T. Evdokos,
ottenne poche migliaia di voti, contro un'affermazione pressoché
plebiscitaria di Makarios. Nel 1971 rientrò clandestinamente a Nicosia e
diede vita all'EOKA-B, un movimento armato clandestino che scatenò una
lotta terroristica che costò numerose vite umane e una serie di
atrocità contro la minoranza turco-cipriota. Continuò a dirigere
le operazioni del movimento armato clandestino sino alla morte avvenuta per
attacco cardiaco il 27 gennaio 1974 nel suo rifugio di Limassol, alcuni mesi
prima che i suoi seguaci operassero un colpo di Stato che avrebbe portato al
breve esilio di Makarios (Trikomo, Famagosta 1898 - Limassol 1974).