(detto
Juan). Pittore spagnolo. Dopo aver collaborato ad alcuni giornali
di Madrid come disegnatore umoristico, nel 1906 si trasferì a Parigi, ove
Picasso lo introdusse negli ambienti di avanguardia. Nel 1912, dopo un lungo
periodo di studio delle opere dei grandi maestri, allestì la sua prima
esposizione pubblica. Tra le più significative realizzazioni di quegli
anni ricordiamo:
L'assiette au beurre; Il grido di Parigi; Il Chiarivari; Il
testimone. Lavorando a stretto contatto con Picasso,
G. divenne uno
dei più originali protagonisti della stagione cubista, distinguendosi per
la linearità grafica, per la concisione compositiva e per una costante
disposizione intellettualistica. Nel 1913, acquistata piena padronanza del
linguaggio cubista, liberò il quadro da ogni sovrastruttura, riducendolo
a pura geometria architettonica. Arricchì in seguito questa
essenzialità compositiva con elementi nuovi: la forma geometrica si
spezzettò in piccole sezioni, mentre forme arabescate venivano inserite
negli incastri dei diversi piani. Nello stesso tempo
G., sulla scorta
dell'indicazione di Braque, incominciò a conferire una posizione autonoma
al colore, recuperando procedimenti e tecniche del puntismo. Tra il 1916 e il
1919 la sua produzione fu caratterizzata da una controllata maestosità,
che qualche volta sfiorò l'astrattezza del neoclassicismo. In una fase
successiva della sua evoluzione artistica
G. pervenne ad un'embrionale
affermazione di pittura astratta: la forma geometrica dei suoi quadri si
sviluppò per mezzo di allusioni e di rapporti in un oggetto riconoscibile
solo ad opera terminata. "Solo come osservatore del mio quadro - ebbe a
dichiarare - io traggo da esso l'oggetto. Fino a quando non ho portato a termine
il quadro, non so quale sarà la modifica che gli darà il suo
carattere particolare". Nel 1920
G. si presentò all'ultima delle
esposizioni cubiste con una serie di quadri da lui stesso definiti "poetiche".
Del resto, in tutta la sua produzione, la poesia svolse un ruolo fondamentale.
Basti citare le illustrazioni dei
Poemi in prosa e della
Chitarra
addormentata di P. Reverdy (Madrid 1887 - Parigi 1927).