Poeta satirico-drammatico francese. Il vero nome pare fosse
Gringon. Poco
si conosce della sua giovinezza. Cominciò con qualche poema morale:
Il
castello del lavoro e
Il castello degli amori. Si diede poi alla
composizione di misteri, a Parigi, e di poesie satiriche in qualità di
membro della Società dei ragazzi scapigliati. Scrisse così:
Le
imprese folli, Gli abusi del mondo, La caccia al cervo dei cervi. Egli aveva
già affiancato con qualche opuscolo le spedizioni di Luigi XII in Italia
quando creò, a servizio del re, la commedia politica in Francia. Contro
il papa Giulio II fece rappresentare il
Giuoco del principe degli sciocchi e
di mamma sciocca, seguita da una farsa licenziosa
Fare e dire. Le sue
composizioni farsesche sono caratterizzate da un brio schietto e spigliato. La
sua figura fu rievocata da V. Hugo in
Nostra Signora di Parigi e da
Théodore de Banville in una commediola sentimentale (Normandia 1475 -
Lorena 1538).