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Grenville, George.

Statista inglese. Formatosi politicamente accanto a Pitt e a Temple, nel 1762 divenne prima lord dell'Ammiragliato e nell'anno seguente succedette a J.S. Bute come primo ministro. Egli si dispose ad affrontare con intransigenza i difficili problemi politici del momento, in particolare la situazione di latente conflitto tra i coloni americani e la madrepatria. Scopo principale del suo Governo divenne l'aumento del gettito fiscale delle colonie e a tale fine egli prese drastici provvedimenti, introducendo nuove imposte in America. La sua prima misura fu la legge sulle entrate (Revenue act) del 1764 comunemente nota come legge sullo zucchero (Sugar act). Essa suscitò un grave stato di malcontento, ma l'opposizione rimase comunque circoscritta, sino a quando nel 1765 non venne approvata una legge sul bollo (Stamp act) che estendeva all'America una tassa in vigore in Inghilterra sin dal 1694 e che imponeva l'applicazione di una marca da bollo sui giornali, sulle fatture commerciali e su vari documenti. Denunciata come un'innovazione ingiustificata, la legge fu resa inoperante dalle manifestazioni di protesta e di insubordinazione della folla. Essa pose in modo drammatico la questione del diritto del Parlamento britannico a tassare le colonie, mentre i coloni sostenevano che non potevano essere tassati da un corpo in cui non erano rappresentati. Fu in questa occasione che gli Americani gettarono le basi di quei principi costituzionali che avrebbero portato alla proclamazione dell'indipendenza. Nonostante le forti opposizioni anche interne e le scarse simpatie di Giorgio III, il Governo G. riuscì a sopravvivere per due anni, sino al 1765. In collaborazione con Knox nel 1768 G. scrisse un interessante saggio, intitolato: Lo stato presente della nazione (Wotton Hall 1712 - Londra 1770).