(detto
l'Abbè). Vescovo costituzionale francese. Studiò teologia a Nancy. Nominato
vicario e quindi curato d'Embermesnil, si dedicò all'istruzione popolare,
dimostrando tendenze riformatrici sulla base del gallicanesimo giansenista.
Divenuto deputato del clero agli Stati generali, contribuì a provocare la
cosiddetta
rupture des deux clergés, unendosi ai curati di
tendenze democratiche. Si schierò con il Terzo Stato nella lotta contro i
privilegi aristocratici e il diritto di veto assoluto del re, e propugnò
la costituzione civile del clero. Tra il 1791 e il 1801 fu vescovo
costituzionale di Blois e amministratore del dipartimento di Loir-et-Cher.
Eletto deputato alla Convenzione, si batté per l'abolizione della
Monarchia. Membro del comitato per la pubblica istruzione, propugnò la
causa dell'unità della lingua contro quella favorevole al mantenimento
dei dialetti locali. Si batté contro lo schiavismo e per la
libertà dei culti. Eletto membro del consiglio dei Cinquecento dopo il
Termidoro, sostenne l'idea di una Chiesa gallicana. Nel 1800 divenne membro del
Corpo legislativo e, nel 1802, del Senato conservatore, pur continuando a
dichiararsi repubblicano. Osteggiò il concordato napoleonico e fu
perciò costretto ad abbandonare la sua diocesi, provvedimento al quale
tentò in ogni modo di opporsi. Fu tra gli oppositori dei tribunali
speciali, della proclamazione dell'Impero e del ristabilimento dei titoli
nobiliari. Nominato da Napoleone commendatore della Legion d'onore e conte
dell'Impero, non rinunciò mai alla sua posizione di oppositore del
regime. Allontanato dall'Institut dopo la restaurazione, riprese gli studi di
teologia. Nel 1819 fu eletto deputato dell'Isère, ma il Governo ne
annullò l'elezione e giunse perfino a cancellare il suo nome dalle liste
elettorali della successiva legislatura. L'arcivescovo di Parigi gli negò
il sacramento dell'estrema unzione. Tra gli scritti:
De la constitution
française de l'an 1814 (1814),
Essai historique sur le
libertés de l'église gallicane (1818) (Vého, Meurthe
1750 - Parigi 1831).