Sociologo e uomo politico socialista belga. Divenuto professore di Sociologia
alla libera università di Bruxelles, dopo aver svolto l'attività
di avvocato e di giornalista, si dimise per protesta contro il rifiuto di
ospitare un corso tenuto dal famoso geografo anarchico E. Reclus. Fu tra i
fondatori della Nuova Università, nella quale insegnò per molti
anni. Formulò un sistema sociologico che affondava le sue radici nelle
dottrine di Comte e di Spencer, differenziandosene per l'importanza che
attribuiva ai gruppi professionali, considerati come fattori determinanti del
corpus sociale. Secondo la sua concezione, la società si forma per un
processo di pressioni e di adattamento dei vari gruppi, tendendo a passare da
una fase in cui tali pressioni operano come forze contrastanti, a una fase in
cui si stabilisce un certo accordo, grazie al confronto delle posizioni e a
reciproche concessioni. Al pari di Spencer,
G. concepiva il progresso
come un'evoluzione, che attraversa crescenti differenziazioni sociali porta a un
ordinamento esente da controlli coercitivi; ma distinguendosi da Spencer, egli
affermava che la caratteristica primaria di questo processo non è il
conflitto, bensì la cooperazione volontaria. Pur essendo il massimo
teorico socialista belga, dopo Vandervelde,
G. ebbe scarsa influenza sul
pensiero socialista europeo, mentre ne ebbe invece sulla sociologia
universitaria e sui sostenitori della rappresentanza parlamentare su basi
professionali, anziché geografiche (1842-1924).