(detto
il Lasca). Scrittore fiorentino. Mescolato alle brigate
letterarie, nel 1540 fu tra i dodici fondatori dell'Accademia degli Umidi (dove
prese il nome del pesce lasca), di cui fu eletto cancelliere. Trasformatasi
l'Accademia degli Umidi in Accademia Fiorentina,
G. fu tra gli oppositori
e nel 1547 ne venne espulso. Nel 1556 fu riammesso grazie all'amico Salviati, ma
nel 1582 ne uscì ancora per fondare insieme con Salviati l'Accademia
della Crusca. Mediocre nelle rime petrarchesche, rivelò la sua indole
portata al comico nei
Sonetti, nelle
Ballate e nei
Canti
carnascialeschi, in vari
Capitoli satirici e poemi burleschi. Nelle
Cene, raccolta di novelle, descrisse burle e avventure amorose, riuscendo
particolarmente efficace in quelle d'argomento tragico. Dal 1540 in poi scrisse
le sue sette
Commedie in prosa. Curò anche l'edizione delle opere
di Berni, Della Casa, Alamanni e Burchiello (Firenze 1503-1584).