Carme di Ugo Foscolo, pubblicato incompiuto, con numerosissimi frammenti
inediti, nel 1848. Foscolo immagina le Grazie, gentili divinità tanto
care agli antichi, come invisibili mediatrici tra cielo e terra, e le accarezza
col pensiero nella loro pudica bellezza, tutte protese a purificare e temperare
i sentimenti umani. Dedicato a Canova, che stava lavorando il gruppo delle
Grazie, il carme doveva comporsi di un unico inno; poi gli inni divennero tre,
dedicati a Venere, Vesta e Pallade. Il primo inno è un invito che il
poeta rivolge a Canova perché salga all'ara che egli eleva alle divine
Grazie. Nel secondo egli accompagna all'ara tre bellissime sacerdotesse,
incarnazione di tre donne che egli amò. Nel terzo inno il poeta descrive
le Grazie, guidate da Pallade in un'isola abbandonata e felice, che tessono uno
splendido velo di giovinezza, compassione, ospitalità, amor coniugale e
amor materno; con tale velo le Grazie si proteggeranno dall'Amore, tornando
sulla terra. La delicata e sentita preghiera delle Grazie chiude l'inno ed il
carme, che segna l'apice dell'attività poetica del Foscolo.