Generale italiano. Ministro della Guerra nella Repubblica Sociale Italiana, uno
tra i maggiori fautori del collaborazionismo, riorganizzatore dell'esercito
fascista in funzione antipartigiana durante la Resistenza. Il 2 maggio 1950 fu
condannato dal Tribunale Militare a 19 anni per "collaborazionismo con il
tedesco invasore"; la pena, per effetto dei condoni, fu ridotta a 4 anni e 5
mesi. Al processo di appello il Tribunale Supremo Militare confermò la
sentenza, sia pure con alcune lievi modifiche, che tuttavia non intaccarono
l'entità della pena; rimise però
G. in libertà,
riconoscendogli nel computo anche i mesi trascorsi come prigioniero degli
Alleati in Algeria. Appena uscito dal carcere
G. fu eletto presidente
onorario del MSI. Nel 1954 si staccò dal Movimento Sociale. Durante la
prima guerra mondiale, aveva raggiunto il grado di maggiore per meriti di
guerra. Colonnello, poi generale di brigata in Libia nel 1923, governatore della
Cirenaica nel 1932, fu promosso generale d'armata. Nominato governatore della
Somalia nel 1935 e comandante delle truppe italiane in quella regione, durante
la guerra d'Etiopia ebbe il comando del fronte Sud e nel 1936 divenne
maresciallo d'Italia e vicerè d'Etiopia, succedendo a Pietro Badoglio, da
cui lo avrebbe in seguito diviso un'acerrima rivalità. Nel 1939 divenne
capo di Stato maggiore dell'esercito, nel 1940 comandante delle truppe
nell'Africa settentrionale, che subirono una lunga serie di sconfitte. Il 25
marzo del 1941, dopo un violento scontro con Mussolini, che egli accusava di
impreparazione militare, fu destituito e posto sotto inchiesta. Tornò
alla ribalta dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 quando i Tedeschi gli
affidarono l'incarico di ministro della Difesa della Repubblica di Salò.
In questa veste pubblicò i
bandi G., che comminavano la pena di
morte per i giovani che non si arruolavano nell'esercito della RSI. In tal modo
si rese responsabile della fucilazione di migliaia di patrioti e della
deportazione in Germania di decine d'inglesi e di italiani. Alla liberazione,
catturato da un reparto delle Brigate Matteotti fu dato in consegna agli Alleati
che lo internarono in Algeria. Fu riconsegnato alle autorità italiane il
16 febbraio 1946 e rinchiuso nel penitenziario di Procida (Frosinone 1882 - Roma
1955).