Uomo politico ed economista italiano. Discendente da una famiglia nobile, nel
1893 aderì al Partito Socialista. Professore dal 1893 di Economia
politica (insegnò nelle università di Sassari, Parma, Roma), nel
1910 subentrò ad Andrea Costa come deputato nella circoscrizione
elettorale di Imola. Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista Italiano,
in cui mantenne una posizione autonoma sia rispetto all'ala bordighiana che a
quella gramsciana. In seguito all'avvento del Fascismo e all'entrata in vigore
delle "leggi eccezionali" del 1926, fu privato del mandato parlamentare e della
cattedra, ed emigrò in Francia. Nel 1945 fu membro della Consulta
nazionale. La posizione teorica da lui assunta in vari scritti è
considerata revisionistica nell'ambito della teoria marxista. Come economista ha
tentato di sottrarre l'interesse all'esame economico-sociologico, considerandolo
una conseguenza della proprietà privata dei mezzi di produzione.
Rilevante la sua analisi della rendita fondiaria, basata sui principi marxisti.
Opere principali:
La produzione capitalistica (1899);
Sindacati e
salari (1929);
Le capital et la valeur-critique des théories de
Marx (1937);
Le teorie dell'utilità marginale e la lotta contro il
marxismo (1943);
Il capitale e il lavoro (1948);
Il salario e
l'interesse nell'equilibrio economico (1949);
Memorie di trent'anni
1890-1920 (autobiografia, 1950) (Imola 1873 - Nervi, Genova 1953).