Economista e teorico del socialismo inglese. Appartenente alla corrente dei
riformatori monetari che costituì la base del movimento cartista, fu
sostenitore della cooperazione promossa da R. Owen ed elaborò una teoria
economica anticapitalistica, basata su un riesame critico della dottrina degli
economisti classici. Intervenne nel dibattito sulla teoria del valore-lavoro,
affermando che solo il lavoro salariato che crea oggetti è produttivo,
per quanto anche altri generi di lavoro improduttivo possano risultare utili.
Negò decisamente l'esistenza di un diritto alla proprietà privata
e di un diritto a percepire un reddito dal suo possesso. Al pari di Owen mise in
rilievo gli effetti restrittivi che la concorrenza ha sulla produzione,
poiché riduce i redditi dei produttori, ripercuotendosi negativamente sui
consumatori. Come appartenente alla scuola dei riformatori monetari,
affermò l'esigenza d'istituire una banca nazionale per la concessione di
crediti adeguati e a basso tasso d'interesse per finanziare la produzione.
Inoltre rivendicò come mezzi necessari la cartamoneta e l'abolizione del
gold standard (1799-1850).