Proprietà della materia che consiste nell'attrazione che i corpi
esercitano tra di loro. Già nei tempi antichi Democrito, Epicuro e
Platone parlano di gravità come proprietà della materia. Copernico
attribuisce alla gravità la forma sferica dei pianeti, mentre Galileo nel
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo dice che le parti della
Terra sono attratte dal centro di essa e la seguono nei suoi spostamenti. Isaac
Newton fu il primo a comprendere in modo più preciso il fenomeno della
g. ed a formulare la legge fondamentale che la governa. Nel
Philosophiae naturalis principia mathematica (1687) Newton spiega il moto
dei pianeti e satelliti riprendendo le teorie di Keplero. L'accelerazione dei
pianeti è diretta verso il Sole ed è inversamente proporzionale al
quadrato della distanza da questo; la costante universale di
proporzionalità misurata sperimentalmente da Cavendish non dipende dal
pianeta, ma solo dal Sole e vale K = 6,66.10
-11 m
3 sec Kg.
Secondo la teoria di Newton questa forza di attrazione universale si esercita
pure tra due masse puntiformi qualsiasi e s'identifica con la gravità;
nel caso in cui le masse si possano considerare puntiformi in relazione alla
loro distanza la forza vale F = K.m
1 .m
2 /r². Le
leggi di Newton non spiegano però alcune anomalie che si sono riscontrate
nel moto di alcuni corpi celesti. La spiegazione di queste anomalie si deve ad
Albert Einstein con una nuova teoria che risale al 1915 e che ritiene le
anomalie dovute ad un'alterazione del sistema spaziotemporale in
prossimità delle masse. Einstein stesso ed altri studiosi in seguito
hanno riscontrato un'analogia tra campo gravitazionale e campo elettromagnetico,
analogia che viene rappresentata dalle cosiddette equazioni di campo unificato,
il cui significato fisico tuttavia ancora oggi è interpretato in modo
dubbio.
La legge di Newton sulla gravitazione universale