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Granville-Barker, Harley.

Commediografo, critico e attore inglese. Figlio di un'attrice dilettante di origine italiana, ereditò dalla madre la passione per il teatro. Giovanissimo, esordì sulle scene, ottenendo un grande successo interpretando le opere di G.B. Shaw: Candida, Il maggiore Barbara, Uomo e superuomo. Negli anni 1904-07, lavorò come regista, direttore e attore presso il Court Theatre di Londra, mettendo in scena opere di Shakespeare, Ibsen, Schnitzler, Hauptman, Maeterlinck, Galsworthy, Masefield. Successivamente G. decise di rinunciare all'attività di attore per dedicarsi agli studi critici e all'opera di traduzione di testi teatrali in lingua spagnola (versioni di opere di Martínez Sierra, Quintero) e in lingua francese (S. Guitry). L'importanza di G. va rintracciata nella sua capacità di innovazione nel campo delle tecniche teatrali. Nelle sue opere critiche (Schemi e costi di un teatro nazionale, 1904; Un modello di teatro, 1922; Un teatro nazionale, 1930) egli espresse la sua teoria della recitazione sottotono (underplaying) e della lettura di gruppo, oltre a mettere in evidenza l'importanza della discussione e dell'interpretazione del testo teatrale. G. sottolineò anche l'importanza di favorire una recitazione di gruppo, in cui ciascun attore avesse la possibilità di emergere, per evitare il dominio di un attore "mattatore", che monopolizzasse l'attenzione del pubblico in modo esclusivo. Questi spunti di riflessione furono sviluppati in seguito da molti registi del teatro contemporaneo. Tra le principali opere per il teatro di G., ricordiamo: Il matrimonio di Ann Leete (1902), L'eredità Voysey (1905), Lo spreco (1907), Casa Madras (1910), Vita segreta (1923), Sua altezza (1928). Tra le altre opere critiche ricordiamo, in particolare, le Prefazioni a Shakespeare (1927-47), raccolta di una serie di corsi e conferenze tenuti nelle più prestigiose università, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Questo studio si rivelò decisivo per iniziare una nuova stagione del teatro di Shakespeare, grazie all'attento e preciso lavoro filologico e alla capacità di G. di ridonare attualità ai testi del drammaturgo inglese (Londra 1877 - Parigi 1946).