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Graffito.

Decorazione murale, ottenuta con la sovrapposizione di un sottile intonaco a colore naturale su di un precedente strato fortemente colorato. Graffiando lo strato superficiale con appositi strumenti, riappare lo strato inferiore, dando la possibilità di ottenere effetti di disegno e di colore. ║ Ogni segno che venga scolpito sulla pietra o sul metallo. La pratica delle incisioni su pietra è estremamente antica e lo studio è di grande importanza per gli studiosi di archeologia. In epoca preistorica fu estremamente frequente l'uso di questa tecnica per la descrizione di scene di caccia a scopo propiziatorio e rituale. L'arte del g. passò successivamente presso Etruschi e Greci che ne fecero un mezzo espressivo molto raffinato. La particolare raffinatezza del segno permise di disegnare figure di rilevante eleganza. L'incisione venne praticata particolarmente sul bronzo e su questo materiale venivano composte figurazioni che servivano ad addolcirne la compattezza. In epoca medioevale il g. venne usato soprattutto nella ceramica e, in periodo gotico fu adottato per la decorazione delle tombe terragne e dei pavimenti marmorei. Nel Rinascimento venne usato per le decorazioni in bianco e nero delle facciate. Queste decorazioni venivano ottenute mediante una tecnica di sovrapposizione di un intonaco bianco ad uno nero. Questo secondo intonaco veniva in parte reso palese e leggibile dall'incisione che veniva praticata sul primo con un punteruolo. Questo tipo di decorazione, del quale furono maestri Maturino e Polidoro da Caravaggio, si diffuse dapprima nella Firenze del Quattrocento e successivamente nella Roma del secolo seguente. La tecnica del g., trascurata nell'epoca barocca, venne ripresa nell'Ottocento ed in epoca contemporanea, spesso associandola con quella del bassorilievo. Tra gli artisti che vi fecero ricorso ricordiamo Pablo Picasso e Georges Braque.