Assassino del presidente francese Doumier. Figlio di un proprietario terriero
russo, aveva seguito a Mosca i corsi di medicina che interruppe per arruolarsi
fra i cosacchi allo scoppio della prima guerra mondiale. Per atti di valore in
guerra si guadagnò due croci di San Giorgio (fronte austriaco); venne
più tardi destinato come medico a un ospedale militare da campo. Dopo la
presa del potere da parte dei bolscevichi, aveva militato tra i "bianchi" del
generale Liakh per vendicare il padre ucciso dai rossi. La sconfitta delle
milizie di Liakh lo obbligò alla clandestinità; sorse allora in
lui un folle desiderio di vendicarsi della Francia e delle altre potenze
occidentali responsabili di non aver sostenuto gli antibolscevichi. Ricercato
dalla Ceka si rifugiò prima in Polonia e poi a Praga dove, nel 1926,
prese la laurea in medicina. Verso il 1930 gli venne tolta la licenza di
professare la medicina a causa della sua intenzione di voler uccidere Hindenburg
e Masaryk, presidente cecoslovacco.
G. era un uomo vizioso sotto ogni
aspetto: donnaiolo, alcoolizzato, nevropatico, due volte sposato e due volte
divorziato, era stato arrestato più volte per la sua condotta immorale e
per le sue liti. Si trasferì a Parigi nell'ottobre del 1931; il 6 maggio
1932, spacciandosi per giornalista, riuscì ad entrare alla Fondazione
Rotschild dove il presidente francese Doumier doveva inaugurare la Fiera del
libro; sparò quindi tre colpi di rivoltella contro il presidente che
cadde riverso tra le braccia di qualcuno del suo seguito. Il direttore della
polizia parigina Guichard e lo scrittore Farrère, nel tentativo di
disarmare l'attentatore, vennero pure feriti. Il comunicato ufficiale emesso
dopo l'assassinio diceva che l'attentato era stato commesso da un anarchico
russo "che non sembra in possesso delle sue facoltà mentali". Il 14
settembre 1932,
G. veniva ghigliottinato (nel Caucaso 1895 - Parigi
1932).