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Gorgia.

Filosofo greco, sofista. Poco si sa della sua vita, soprattutto prima del 427 quando fu inviato dagli abitanti della nativa Lentini, in Sicilia, ad Atene a capo di un'ambasciata per chiedere protezione contro le aggressioni dei Siracusani. Ad Atene, grazie alla propria oratoria, riuscì a conquistare il favore del pubblico, e ciò lo indusse a rimanere in Grecia, dove esercitò l'insegnamento della retorica, riuscendo ad accumulare una tale fortuna da essere in grado di fare erigere a Delfi, nel tempio di Apollo, una statua d'oro. Nelle sue numerose orazioni, di cui ci sono pervenuti solo frammenti, egli insiste sul punto di partenza di Protagora, ossia sulla relatività dei valori. Egli accentua i contrasti insolubili che l'uomo deve soffrire e che sono stati messi a fuoco dalla tragedia greca. Con logica spietata, G. dimostra l'impossibilità di una ontologia e di una gnoseologia, e sviluppa accuratamente le tre proposizioni: "nulla esiste; se qualche cosa esiste è inconoscibile; se anche esiste ed è conoscibile, non può venire significata direttamente ad altri". Questo duplice discorso investe anche la morale, l'estetica e la retorica. Il positivo atto del conoscere, per esempio, è solo "persuasione" o "inganno", inteso come attività creativa che trasforma qualche cosa in un'altra. Si tratta di una forza quasi magica, che supera irrazionalmente l'opinione immediata, imponendo, con una sua consequenzialità logica, conforme all'esigenza di una data situazione, ora l'una ora l'altra di due opposte alternative. Egli perciò considera la magia della parola più importante della connessione logica del discorso. Al suo nome è intitolato uno dei dialoghi di Platone, "Il Gorgia", in cui si dichiara che la giustizia legale è soltanto la barriera che la moltitudine dei deboli innalza per difendersi: "Se vi fosse un uomo che avesse forza sufficiente, getterebbe sotto i piedi tutte le nostre formule e chiacchiere e incanti, e tutte le nostre leggi che sono contro natura" (Lentini, Sicilia 483 circa a.C. - Larissa, Tessaglia 380 circa).