Uomo politico sovietico. Iscrittosi nel 1952 al Partito comunista, ricopriva in
seguito la carica di responsabile locale e provinciale del Komsomol (lega della
gioventù comunista) di Stavropol. Legatosi a Yuri Andropov nei primi anni
Settanta, compiva una rapida ascesa nei ranghi del PCUS. Nominato nel 1978
responsabile dell'agricoltura presso la segreteria del Comitato Centrale,
entrava poi nel Politburo come membro supplente nel 1979 (effettivo nel 1980).
Insediatosi Andropov alla segreteria del partito,
G. diventava il numero
due nella gerarchia del PCUS, quale esponente dell'ala pragmatica moderata. Nel
1984, alla morte di Andropov, nonostante l'elezione di K. Cernenko alla guida
del partito,
G. conservava la sua posizione di primo piano. Dopo la
scomparsa dell'anziano leader, gli succedeva nel marzo del 1985. Assurto alla
massima carica sovietica,
G. promuoveva l'avvio di un nuovo corso
politico, caratterizzato dai concetti-base di
perestrojka (rinnovamento),
glasnost (trasparenza d'informazione) e
uskerenje (accelerazione).
Per la prima volta si manifestava in Unione Sovietica un'apertura in senso
democratico. La politica di
G. aveva importanti ripercussioni sul piano
internazionale, quali l'avvicinamento agli Stati Uniti, le proposte di disarmo
bilaterale ed i grandi rivolgimenti politici verificatisi nel corso dell'89 nei
Paesi dell'Europa orientale. Molto importante anche il ripristino delle
relazioni diplomatiche con il mondo cattolico, culminato nell'incontro fra
G. e il papa nel novembre del 1989 a Roma. Fra il 1989 ed il 1990
G. si trovava a dover affrontare le tendenze indipendentiste
manifestatesi in diverse repubbliche sovietiche (Armenia, Azerbaigian,
Lituania). Nonostante queste difficoltà il leader proseguiva sulla strada
delle riforme, proponendo al Comitato Centrale l'abolizione del ruolo guida del
PCUS. Nel marzo 1990 veniva eletto presidente dell'URSS e, nell'ottobre dello
stesso anno, veniva insignito del premio Nobel per la pace. Sul piano interno
G. doveva affrontare, oltre alle spinte centrifughe delle repubbliche,
l'opposizione politica dei riformisti radicali e dei conservatori. Una grave
crisi economica, inoltre, ostacolava il processo di rinnovamento. Abbandonato
dai fedelissimi della
perestrojka, nell'agosto 1991 era vittima di un
golpe, guidato dalle forze conservatrici. Fallito il colpo di Stato,
G.
riprendeva in mano il potere, ma il sopravvento dei riformisti radicali, guidati
da Boris Eltsin (V.), lo costringeva ad accettare
la dissoluzione del Partito comunista. Mentre le diverse Repubbliche
proclamavano la loro indipendenza, invano
G. lanciava appelli per
l'unità. Nel dicembre 1991 il premier sovietico si dimetteva dalla
presidenza dell'URSS, mentre undici Repubbliche dell'Unione Sovietica davano
vita alla nuova "Comunità di Stati
indipendenti"(V.
CSI). Nel 1995 si è candidato alle elezioni
presidenziali, ma ha ottenuto solo lo 0,5% dei voti. Negli ultimi anni ha tenuto
numerose conferenze in diversi Paesi del mondo, tra cui anche l'Italia
(1998), su questioni di carattere politico, sociale ed economico (n. Privolnoe,
Russia meridionale 1931).
Primo piano di Mikhail Gorbaciov