Ormone presente sin dall'inizio della gravidanza nell'urina della donna. Esso
pertanto consente, mediante prove di laboratorio, di accertare l'avvenuta
fecondazione già nei primi giorni dopo la mancata mestruazione. ║
Test della g.c.: prova messa a punto dai due ricercatori americani Robert
Landesman e Brij Saxena del Cornell Medical Center del New York Hospital, che
nel giro di un'ora può dire se una donna è incinta oppure no, a
distanza di soli sei giorni dall'eventuale concepimento e cioè prima
ancora che l'ovulo fecondato si sia impiantato nelle pareti dell'utero. Il test
riesce a misurare nel sangue il livello della
g.c.. In una provetta
contenente dei "ricettori", sostanze speciali capaci di legarsi agli ormoni,
viene messa a reagire dapprima una piccola quantità del sangue prelevato
dal dito della donna: in seguito viene immessa nella provetta una determinata
quantità di
g.c. marcata con iodio. Infine si misura la
quantità residua della
g.c. marcata e da questo si capisce,
indirettamente, se l'ormone era presente anche nel sangue oppure no. Se la
g.c. marcata ha reagisce tutta, nel sangue non c'era presenza
dell'ormone; se invece ne rimane, anche nel sangue c'era della
g.c. che
ha reagito con i recettori prima che questi venissero a contatto con quella
marcata con lo iodio. Il test funziona con quasi tutte le donne: sono escluse
quelle soggette a mestruazioni molto irregolari - devono ripetere la prova anche
due o tre volte, a distanza di 24 ore - e quelle già in menopausa.