Teologo calvinista fiammingo. Appartenente a una famiglia calvinista di Bruges,
studiò a Strasburgo e successivamente a Neuestadt, Cambridge e
Heidelberg. Divenuto nel 1585 pastore della comunità fiamminga residente
a Francoforte sul Meno, nel 1593 assunse la cattedra di Teologia
all'Università di Leida e acquistò presto vasta notorietà
per la polemica contro Arminio iniziata nel 1600 quand'egli attaccò
l'avversario accusandolo di essersi allontanato dalla dottrina calvinista,
soprattutto per quanto concerneva la predestinazione. Arminio rispose nel 1603
accusandolo di fare di Dio l'autore del peccato in quanto, ponendo l'accento sul
dominio diretto di Dio sull'uomo, non consentiva a quest'ultimo nessuna
libertà.
G. reagì accusando Arminio di far rivivere
l'eresia pelagiana con la sua esaltazione dell'elemento umano nella redenzione.
Quella che era cominciata come una disputa accademica all'interno
dell'università, divenne un dibattito che si estese a tutto il calvinismo
e parte integrante dei contrasti, di natura eminentemente politica, che
agitarono in quegli anni i Paesi Bassi. Arminio morì nella prima fase
della controversia (1609), ma essa fu continuata dai suoi seguaci, gli
"arminiani", cui si contrapponevano i "gomaristi". Nel 1611 si ritirò a
Middelburg. Nel 1614, fu chiamato a insegnare nell'università francese di
Saumur, ma ritornò presto in Olanda e insegnò Teologia e Lingua
ebraica a Groninga. Partecipò al sinodo di Dordrecht (1618-19) che
segnò il trionfo delle sue tesi. Successivamente collaborò alla
revisione della Bibbia olandese. I suoi scritti teologici furono raccolti
nell'
Opera theologica omnia pubblicata postuma nel 1644 (Bruges 1563 -
Groninga 1641).