Conflitto iniziato il 17 gennaio 1991, che ha visto l'Iraq opposto ad una
coalizione di 29 Paesi guidata dagli Stati Uniti. Lo scontro militare si
è sviluppato in seguito all'invasione del Kuwait (2 luglio 1990) da parte
delle truppe di Saddam Husayn (V.), che annetteva
il piccolo emirato, in cui si trovano concentrate ingenti risorse petrolifere.
Per fermare le velleità espansionistiche irachene si faceva ricorso in un
primo momento all'intervento del Consiglio di sicurezza dell'ONU e all'invio di
un ultimatum (15 gennaio 1991). In seguito al rifiuto da parte del governo di
Baghdad di abbandonare il territorio del Kuwait, le forze internazionali,
comprendenti Paesi occidentali e arabi, davano inizio alla lotta armata. Il
comando centrale delle operazioni di guerra veniva conferito agli Americani,
sotto la guida del generale Schwarzkopf. L'offensiva in Medio Oriente iniziava
con massicci bombardamenti aerei a cui seguivano attacchi di terra. Il Kuwait
veniva liberato alla fine di febbraio dopo un'imponente azione terrestre portata
a termine con l'impiego di mezzi militari ad alta tecnologia e di un enorme
contingente di uomini. Dopo la fine della guerra la tensione tra Saddam Husayn e
gli Stati Uniti tornava a manifestarsi in varie occasioni, assumendo talvolta
aspetti di notevole pericolosità. In particolare ricordiamo l'invio di un
ultimatum al governo di Baghdad (gennaio 1993) e gli attacchi aerei in
territorio iracheno decisi dal presidente Bush. Le azioni militari degli Stati
Uniti erano tese a porre un freno ai tentativi espansionistici di Saddam Husayn
e scoraggiare le incursioni irachene oltre il 32° parallelo, limite imposto
dal Consiglio di sicurezza dell'ONU per tutelare la sicurezza del Kuwait.