Filosofo francese. Elemento tra i più rappresentativi del gruppo dei
cosiddetti "nuovi filosofi francesi", lavora come ricercatore presso il centro
nazionale della ricerca scientifica. Tra le tematiche preferite di
G.
c'è il pacifismo, che egli analizza nel saggio
La forza della
vertigine (1983), nel quale approfondisce anche lo studio sulle paure degli
europei nei confronti della minaccia nucleare e il loro pacifismo che nasconde
una nuova forma di nichilismo e l'incapacità di convivere con l'idea
della morte. Ne
L'atto antitotalitario (1983) fa l'analisi del concetto
di democrazia. Tra le sue opere più note:
Il discorso della guerra
(1967),
La cuoca e il mangiauomini (1975),
I padroni del pensiero
(1977),
Descartes (1989),
La rivoluzione cartesiana (1989) e
infine
L'undicesimo comandamento (1991), in cui delinea nuove proposte
per migliorare il sistema democratico, esprimendo nel contempo la propria
preoccupazione di fronte all'incognita del post-comunismo. Altre opere sono:
La fêlure du monde (1994),
De Gaulle, où est-tu?
(1996),
La trosième mort de Dieu (2000), in cui accusa
l'immoralità del comportamento politico dell'Europa di fronte
alle spaventose crisi che hanno funestato la storia degli ultimi decenni del XX
secolo in molti Paesi del mondo (n. Boulogne 1937).