Musicista russo. È considerato il fondatore della musica nazionale russa.
Quattro anni (1830-1834) di soggiorno in Italia, furono per lui ricchi di
fruttuosi contatti culturali. A Berlino, durante il viaggio di ritorno in
patria, conobbe il musicista Siegfried Dehn. Questi lo indusse ad applicarsi a
una rigorosa preparazione tecnica, e soprattutto allo studio del contrappunto.
Tornato in Russia,
G. si dette con grande alacrità a comporre la
sua prima opera,
La vita per lo Zar, che fu rappresentata con esito
felicissimo il 9 dicembre 1836. Un'accoglienza piuttosto fredda toccò al
successivo lavoro teatrale a cui
G. attese per circa sei anni:
Ruslan
e Ludmilla, tratto dal poema omonimo di Puskin e rappresentato nel 1842.
L'opera ebbe però tutto il plauso di Liszt, che in quel tempo si trovava
a Pietroburgo. Costretto da motivi di salute a cercare climi più
temperati,
G. andò nel 1844 a Parigi, dove fu clamorosamente
accolto da Berlioz che lo presentò al pubblico francese con entusiasti
articoli sul "Journal des Débats" e con esecuzioni della sua musica. Nel
1854
G. si ritirò nella campagna di Pietroburgo, dove scrisse
l'autobiografia. Il tentativo di armonizzare gli antichi canti ecclesiastici
russi occupò gli ultimi suoi anni: nel 1856 si recò a Berlino per
avere, a questo fine, l'aiuto e il consiglio del suo vecchio maestro Dehn. Il
meglio della sua arte si spiega nelle forme liriche e descrittive, alle quali
appartengono in gran parte le composizioni da camera e orchestrali di
G.:
notevoli tra queste la musica di scena
Kamarinskaja e la
Jota
aragonesa, scritta durante un soggiorno in Spagna (Novo-Spasskoe 1804 -
Berlino 1857).