Mit. - Una delle divinità primigenie di Roma. Era immaginato come il dio
che al mattino apre le porte del cielo e le richiude alla sera. Presiedeva anche
alle porte delle case e ai passaggi obbligati. Fu immaginato con due facce, a
simboleggiare insieme l'entrata e l'uscita, con una chiave nella destra, per
aprire e chiudere le porte, e, nell'altra, un bastone per vigilare le strade.
L'anno cominciava da lui ed il primo mese,
Januarius, portava il suo
nome. Alle calende di gennaio ricorreva la sua festa, nella quale si ornavano di
rami di alloro le porte delle case e si scambiavano doni ed auguri. Si
raccontava che avesse accolto ed associato al suo regno Saturno, quando era
stato scacciato dal cielo, e che questi l'avesse dotato di prudenza e di
memoria, per ricordare il passato, e di virtù divinatorie per predire il
futuro. Anche a questa duplice virtù si riferivano le due facce con cui
era rappresentato. Si credeva che dal suo amore per la ninfa Camesèna
fosse nata la stirpe italica. Quando, all'inizio di una guerra, gli eserciti si
preparavano ad uscire in campo, gli si tributavano onori speciali: si apriva una
porta situata vicino al Foro che, a guerra finita e conclusa la pace, si
richiudeva con un altro rito solenne. Nulla si incominciava a Roma senza che,
prima, si invocasse la protezione di questo dio.