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Giusto di Gand.

Nome con cui è conosciuto in Italia il pittore fiammingo Joos van Wassenhove. Nel 1460 fu ad Anversa, poi dal 1464 venne ammesso come maestro nella confederazione degli artisti (Gilda) di San Luca a Gand. Attorno al 1468 partì per Roma, come attesta un documento conservato nella chiesa di San Michele a Gand. Nel 1473 fu sicuramente a Urbino (come risulta dai registri di pagamento della confederazione del Corpus Domini), chiamato, narra Vespasiano da Bisticci, dal duca Federico da Montefeltro, dove si fermò sino alla fine del 1476. Delle opere del periodo fiammingo, la più famosa è un trittico dipinto per la cattedrale di San Bavone di Gand, composto da due pale laterali, raffiguranti scene bibliche (Mosé fa scaturire l'acqua dalla roccia e il Serpente di bronzo), e una Crocefissione al centro. A Urbino dipinse la Comunione degli Apostoli per la confraternita del Corpus Domini, grande quadro che raffigura Cristo con gli apostoli e in secondo piano il duca di Montefeltro assieme agli ambasciatori del re di Persia, che lì volle essere raffigurato per celebrare l'ambasceria. Sempre ad Urbino dipinse il ritratto del duca Federico da Montefeltro col figlio Guidobaldo e, attorno al 1476, con lo spagnolo Pedro Berruguete (che compì l'intera decorazione) dipinse per lo Studiolo e la Libreria del duca parte delle ventotto tavole (Uomini illustri) rappresentanti figure di padri della Chiesa, poeti, ecc., e le allegorie delle Arti liberali. Artista profondamente compenetrato di cultura fiamminga, comprese la natura del Rinascimento italiano, riuscendo a realizzare un perfetto equilibrio tra la sensibilità analitica e mistica dei fiamminghi e lo spirito scientifico di sintesi della cultura umanistica italiana del Rinascimento (1430 circa - dopo il 1476).