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Giustiniani.

Famiglia nobile veneziana discendente da un ceppo del quale sono state rintracciate presenze a Genova, in Corsica, nell'Istria e nelle isole dell'Egeo. Il ramo veneziano è attivo sin dall'inizio dell'XI sec.; rappresentanti della famiglia si distinsero come militari e diplomatici. Secondo la leggenda la famiglia si estinse nel XII sec. nel corso di una spedizione militare in oriente guidata dal doge Vitale Michiel II. L'unico superstite, Nicola, ottenne dal papa il permesso di uscire dal convento e di sposare la figlia del doge in modo di mantenere la continuità della stirpe. ║ Pantaleone: fu ultimo patriarca di Costantinopoli dal 1253 al 1261 e, dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei Greci, fece ritorno in Italia dove morì (?-1286). ║ Lorenzo, Santo: dopo aver fondato la Congregazione dei canonici Regolari di S. Giorgio in Alga attorno al 1404, venne nominato da papa Eugenio IV vescovo di Venezia nel 1433. Fu poi il primo patriarca della città veneta nel 1451. Fu estremamente attivo nel corso dell'epidemia di peste che scoppiò a Venezia nel 1447. Venne canonizzato nel 1690 da papa Alessandro VIII (Venezia 1381-1456). ║ Leonardo: poeta, fratello di Lorenzo. Ebbe una raffinata educazione umanistica e politica che gli permise di accedere ai più alti gradi della gerarchia politica veneziana. Nel 1407 entrò a far parte del Maggior Consiglio, nel 1420 venne nominato avogador del Comune, nel 1428 fu membro del Consiglio dei Dieci e procuratore di San Marco ed in questa veste fu attivo nella guerra che oppose la repubblica veneta ai Visconti di Milano. Alternò costantemente l'attività di politico con quella di letterato e come tale fu amico e corrispondente dei maggiori letterati del tempo: Ciriaco d'Ancona, Traversari e Fidelfo. Fine umanista, raccolse una vasta biblioteca di testi classici greci e latini. Scrisse inoltre una serie di canzonette in volgare che ottennero straordinaria fortuna. Fu inoltre autore di una serie di epistole in latino e greco oggi andate perdute (Venezia 1388-1446). ║ Bernardo: diplomatico e letterato, figlio di Leonardo. Nel 1461 prese parte alla delegazione veneziana che si recò da Luigi XI di Francia. Successivamente divenne procuratore di San Marco, fu più volte candidato alla carica di Doge e, come letterato, scrisse una vita di suo zio S. Lorenzo e un'opera storica dal titolo De origine urbis Venetiarum rebusque ab ipsis gestis historia (Venezia 1408-1489). ║ Paolo: fondò la Congregazione camaldolese del monte Corona. Fu inoltre fecondo scrittore: tra le sue opere ricordiamo: Regula vitae eremiticae (1519), Libellus ad Leonem (Venezia 1476 - S. Silvestro del monte Soratte 1528). ║ Pietro: nel 1515 entrò a far parte del Maggior Consiglio e nel 1573 divenne capo del Consiglio dei Dieci. Fu inoltre storico e scrisse la Rerum venetarum ab urbe condita historia, prima trattazione organica della storia della repubblica veneta (Venezia 1490-1576). ║ Orsatto: fu poeta e massimo rappresentante della corrente del petrarchismo veneto e traduttore dei classici greci e latini. Le sue poesie vennero pubblicate con quelle di Celio Magno in un volume dal titolo Rime di Celio Magno e Orsatto G. (vissuto nella seconda metà del XVI sec.). ║ Del ramo genovese dei G., Agostino: studioso di lingue orientali e vescovo. Nel 1514 venne nominato da papa Leone X vescovo di Nebbia in Corsica. Successivamente venne chiamato da Francesco I di Francia a fondare la cattedra di ebraico a Parigi. Insegnò nella capitale francese per dieci anni divenendo amico di Erasmo da Rotterdam, Pico della Mirandola e Tommaso Moro. Raccolse una vasta biblioteca di testi classici e fu inoltre autore degli Annali di Genova (1479-1563). ║ Vincenzo: entrò a far parte dell'ordine dei Domenicani di cui divenne generale nel 1553. Venne nominato cardinale da Pio V e prese parte attiva al Concilio di Trento nel corso del quale si battè per una riforma organica delle strutture della Chiesa (Isola di Scio 1519 - Roma 1582). ║ Pompeo: prese parte nell'assedio della città di Ostenda, nel corso del quale ebbe a perdere il braccio destro che sostituì con un arto di ferro; venne per questo soprannominato Braccio di ferro. Combatté in seguito agli ordini della Repubblica veneta che lo nominò governatore della Frisia e di Candia. Fu inoltre autore di una storia delle guerre di Fiandra che venne tradotta in latino con il titolo di Bellum Belgicum. Morì all'assedio di Gorizia (Aiaccio 1568 - Gorizia 1616).