Storico ebreo, sacerdote, fariseo. Dopo un primo viaggio a Roma nel 64 d.C.,
partecipò nel 67 alla rivolta contro i romani, che lo catturarono dopo
l'assedio di Iotapata. Predisse l'Impero a Vespasiano che lo conseguì due
anni dopo e che perciò volle premiarlo, liberandolo. Da allora
G.F. godè la più ampia protezione della famiglia Flavia,
fino ad assumerne il gentilizio. Partecipò al seguito di Tito alla
distruzione di Gerusalemme, poi visse a Roma presso la corte che gli
dispensò fama, onori e ricchezze. La
Guerra giudaica in 7 libri
è il suo capolavoro; se ne possiede la redazione in greco, mentre
è andata perduta la prima in aramaico. L'opera comprende il periodo da
Erode il Grande alla distruzione di Gerusalemme, e spicca più per le
qualità letterarie che per obiettività storica; fra l'altro appare
rivolta a rovesciare le responsabilità dell'ultima guerra sul fanatismo
degli Zeloti. Una tendenza apologetica del giudaismo ellenizzato si ritrova in
Antichità giudaiche, che abbraccia la storia del popolo ebreo
dalle origini al 66, e in
Contro Apione, volumetto polemico rivolto a un
grammatico antisemita. Di
G.F. conserviamo anche una
Autobiografia
(37 d.C. - dopo il 100).