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Giunone.

Mit. - Regina degli dei. Figlia di Saturno e moglie di Giove. Proteggeva le donne sposate e le puerpere con l'attributo di Lucina. La sua effige fu adorata a Roma in Campidoglio come protettrice del denaro pubblico. G. è la divinità femminile corrispondente a Giove. Ci si presenta, da un lato, nell'aspetto di dea dell'atmosfera e della pioggia, dall'altro sotto quello di divinità lunare. Come dea dell'atmosfera e della pioggia, le era sacra la capra: uno dei riti della festa di G. a Falerii era la caccia alla capra, compiuta da ragazzi; la statua della G. di Lanuvio portava un vestito di pelle di capra, alla quale si dava a Roma il nome di amiculum Iunonis. E anche il cane e la cornacchia, animali appartenenti come la capra, al più antico rituale magico per provocare la pioggia furono sacri a G. Nel nome della dea giuravano le donne e ad essa si rivolgevano nelle difficili contingenze del parto e la invocavano allora come Iuno Lucina, cioè (qualunque possa essere il significato originario di questo epiteto) come la dea che porta alla luce il nascente. Il culto di Iuno Lucina fu tra i più diffusi in Roma e nell'Italia Centrale: ad essa fu dedicato, per cura delle matrone romane, il tempio sul Monte Cispio nel 375 a.C. E non solo il concepimento e il parto, bensì ogni altra manifestazione sessuale della donna fu considerata sotto la protezione di G. Così pure si riteneva che G. vegliasse sulla castità delle spose e delle vergini: nel bosco sacro alla G. di Lanuvio si sperimentava appunto la purezza delle fanciulle; mentre alle concubine era vietato accostarsi all'ara della dea.