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Giulini, Carlo Maria.

Direttore d'orchestra italiano. Trascorsi gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza in Alto Adige, a 5 anni iniziò a studiare il violino a Bolzano. Trasferitosi a Roma, intraprese lo studio della viola e a 18 anni entrò come viola di fila nell'orchestra dell'Augusteo. Nel 1941 si diplomò in Direzione d'orchestra all'Accademia Santa Cecilia di Roma e nel 1944 debuttò all'Augusteo come direttore del primo concerto per Roma liberata. Stabilita nel 1950 la sua residenza a Milano, nel 1951 venne chiamato da Victor De Sabata alla RAI, al Conservatorio e come assistente musicale al Teatro alla Scala, presso cui lavorò per un periodo di quasi 50 anni, dal 1951 al 1997, ricoprendo la carica di direttore musicale dal 1953 al 1955. Sebbene sia stato direttore d'opera per un breve periodo di tempo (fino al 1968), G. fu comunque un protagonista del rinnovamento del Teatro d'Opera del Novecento: diresse quasi tutto Verdi, gli autori russi e del Settecento e le prime renaissance. Rimase celebre nella storia del teatro lirico italiano La Traviata di Verdi del maggio 1955 alla Scala, con la regia di Luchino Visconti, Maria Callas nel ruolo di Violetta e G. sul podio. Dal 1968 si dedicò al repertorio sinfonico, dirigendo le più grandi orchestre del mondo: nel 1955 debuttò in America con la Chicago Symphony Orchestra, negli anni Sessanta guidò la Philharmonic Orchestra di Londra, dal 1973 al 1976 l'Orchestra Sinfonica di Vienna e dal 1978 al 1985 l'Orchestra Filarmonica di Los Angeles. Malato dal 1995, lasciò definitivamente il podio nel 1998. Da allora si dedicò alla diffusione della sua esperienza ai giovani, organizzando prove-studio con gli strumentisti dell'Orchestra Verdi di Milano e incontri con i giovani direttori della Scuola di Fiesole. Uomo dotato di grandissima nobiltà d'animo, umiltà e generosità, nonché direttore d'orchestra tra i più grandi del Novecento per l'armonia, l'equilibrio interpretativo e la precisione della concertazione, con G. scomparve uno dei massimi rappresentanti della vecchia scuola musicale italiana, un maestro che predilesse sempre gli autori più classici (da Mozart a Beethoven a Verdi), offrendo interpretazioni romantiche e sconfinando solo raramente verso compositori a lui contemporanei (Barletta, Bari 1914 - Brescia 2005).