Bandito italiano. Nel 1943 dovette darsi alla clandestinità per aver
ucciso un carabiniere. In breve tempo, dopo aver organizzato l'evasione di
numerosi complici dal carcere di Monreale, riuscì a radunare attorno a
sé una banda di fuorilegge che si rese in seguito protagonista di azioni
criminose. Entrò poi in contatto con gli indipendentisti siciliani che
gli promisero una larga amnistia se si fosse schierato organicamente dalla parte
di quanti progettavano il distacco della Sicilia dallo Stato italiano. In
seguito al declinare del movimento separatista si appoggiò ad ambienti
politici isolani legati alla Democrazia Cristiana locale. Moltiplicò poi
le sue attività criminali che si accoppiarono ad azioni terroristiche nei
confronti delle sedi e degli uomini che facevano capo ai partiti della sinistra.
Il 1° maggio 1947 gli uomini della banda fecero fuoco sui contadini che
celebravano la festa del lavoro a Portella della Ginestra, provocando numerose
vittime. Le pressioni e le proteste provenienti da sinistra costrinsero il
Governo a intensificare la sua opera di repressione delle attività di
G. con la creazione di un Corpo speciale che condusse la lotta sino a
quando
G., rimasto isolato e privo di prospettive, venne forse
assassinato dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta (Montelepre, Palermo 1922 -
Castelvetrano 1950).