Nome storico che designa la parte meridionale dell'altopiano interno della
Palestina, diviso politicamente tra Israele e la Giordania, mentre una piccola
parte di costa è annessa all'Egitto. È la parte più elevata
dell'altopiano che scende a Ovest, con successivi gradini, verso la breve cimosa
costiera, mentre a Sud precipita ripidamente verso la regione più bassa.
La piovosità è scarsa, perciò i torrenti che sboccano nel
Mediterraneo sono poveri di acqua e, per molti mesi, addirittura asciutti: i
loro letti sono profondamente incisi nel tavolato calcareo del quale denudano i
fianchi, già non molto ricchi di vegetazione. A oriente, poi,
l'altopiano, scarsissimo di acqua, forma il cosiddetto deserto di Giudea, quasi
inaccessibile. Le uniche zone coltivate si estendono sui fianchi delle colline:
diffusa è la coltura dell'ulivo, della vite e degli alberi da frutta. La
principale via di comunicazione è costituita dall'autostrada
Nabulus-Biresh-Sheba, lungo la quale si trovano i centri maggiori (Gerusalemme,
Betlemme, Hebron). ║ La provincia romana della
G. venne formata da
Augusto nel 6 d.C. Si provvide immediatamente ad un censimento attraverso il
quale sarebbe stata fissata la misura dei tributi da corrispondersi
all'amministrazione romana. La regione venne presidiata con un esiguo numero di
milizie di fanteria e cavalleria nelle quali era stato incorporato parte del
disciolto esercito regio. Il governo dei procuratori, tra i quali figurò
Ponzio Pilato, fu sospeso per breve tempo (41 d.C.) quando l'imperatore Claudio
estese il regno di Agrippa I. Tornata sotto il regime provinciale, la
G.
fu scossa da numerose sommosse, domate prima da Vespasiano e, in seguito, da
Tito, che conquistò e distrusse Gerusalemme. Nel 130, durante l'impero di
Adriano, scoppiò l'ultima grande rivolta, capeggiata da Eleazaro e da
Simone Bar Kokheba: poco più di tre anni dopo i generali di Giulio Severo
poterono riconquistare la provincia che venne chiamata Siria Palestina.