Uomini politici che durante la Rivoluzione francese, all'Assemblea legislativa e
alla Convenzione, dal 1791 al 1792 lottarono per la Nazione contro la Monarchia
e dal 1792 al 1793 contro i giacobini. I deputati di Bordeaux e del dipartimento
della Gironda in senso largo, agli inizi dell'Assemblea legislativa presero
contatto con Brissot, repubblicano, e discussero di questioni politiche in un
appartamento di Piazza Vendôme, per stabilire l'atteggiamento da assumere
durante le discussioni parlamentari. Gradatamente si venne a costituire un
nucleo piuttosto consistente di deputati e di uomini politici; dalle discussioni
iniziate in pochi era sorta una nuova forza politica e parlamentare. Sostenitori
della Repubblica, i
g. erano tuttavia contrari ad un improvviso
rivolgimento politico, perché temevano dalla decadenza della Monarchia
complicazioni interne ed estere. Convinti di poter instaurare progressivamente i
nuovi ordini, furono contrari alla politica estremista inaugurata dai giacobini
più accesi con l'insurrezione parigina del 1792. L'azione della Comune di
Parigi determinò una viva opposizione. I
g., fautori della
libertà e dell'autonomia dei dipartimenti, si trovarono in aperta lotta
con la Montagna, la parte più a sinistra della Convenzione eletta nel
1792. Tra essi, che sedevano a destra, ed i rivoluzionari, iniziò un
periodo di discordia, conclusosi nel 1793 con la messa in stato d'accusa di 31
deputati
g. Tra i deputati furono ghigliottinati Brissot, considerato il
diplomatico del gruppo, e Vergniaud. Dopo la caduta di Robespierre, solo
ventiquattro dei quasi duecento deputati della Gironda ripresero i loro seggi
alla Convenzione.