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Giraudoux, Jean.

Scrittore francese. Fu il suo primo libro, Les provinciales (1909), a rivelarlo in tutta la sua raffinata originalità di scrittore particolarmente sensibile ai problemi della psicologia femminile. Tali interessi si riscontrano anche in opere successive come L'école des indifférents (1911), Simon Pathétique (1918), Adorable Clio (1920), Suzanne e le Pacifique (1921), Eglantine (1927). In Siegfried et le Limousin (1922) e in Bella (1926) sono esposte le sue concezioni politiche, sia pure nel consueto stile fantastico e fiabesco. Opera intrisa di un fine umorismo è Juliette au pays des hommes (1928). Dopo un viaggio negli Stati Uniti scrisse America America e successivamente Elpenor, una sorta di autobiografia incompleta poiché terminata 25 anni prima della sua fine. In tutte le opere si può dire che la tensione poetica si mantiene su toni elevati. Nel 1928, con Siegfried, cominciò a dedicarsi al teatro. In quest'opera G. affronta il problema franco-tedesco secondo un'ottica di valore permanente. Scrisse poi Amphytrion 38 (La numerazione deriva dal fatto che il soggetto era stato trattato altre 37 volte); Judith (1932); Intermezzo (1933); La guerre de Troie n'aura pas lieu (1935); Electre (1937); Odine (1938); Sodoma e Gomorra (1943). Solo dopo la sua morte abbiamo conosciuto L'Apollon de Bellac e La folle de Chaillot. In Pleins pouvoirs (1939) tracciò un bilancio della Francia nell'imminenza della seconda catastrofe mondiale. Tra le altre opere è da ricordare Le cinq tentations de La Fontaine del 1938 (Bellac, Haute-Vienne 1882 - Parigi 1944).