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Giovio, Paolo.

Storico italiano. Studiò prima a Pavia, poi a Padova, dove fu allievo di Pomponazzi; compì quindi lunghi viaggi per l'Italia e per l'Europa, durante i quali ebbe modo di osservare realtà differenti e stringere legami con sovrani, principi, pontefici. In ottimi rapporti con il papa Clemente VII, nel 1528 fu nominato vescovo di Nocera dei Pagani. Nel 1536 fece iniziare a Como la costruzione di una sontuosa villa sul lago, riccamente affrescata da importanti pittori, tra cui Vasari, amico suo. Il palazzò ospitò la vasta collezione di quadri, statue, medaglie e rarità raccolti dallo stesso G. Ebbe così origine il museo che porta il suo nome e che esiste tuttora. Nel 1551 si trasferì a Firenze, dove trascorse gli ultimi due anni della sua vita, presso la corte di Cosimo I. G. non fu un pensatore politico originale e si dedicò più all'osservazione dei fatti militari e culturali che politici. Il posto di rilievo che assunse nella storiografia italiana del Rinascimento è dovuto essenzialmente alla ricchezza di informazioni e alla veridicità che caratterizzano le sue opere storiche. Scrisse di preferenza in latino, con uno stile estremamente elegante. Tra le sue opere citiamo: Historiarum sui temporis libri XLV (1550-52), che tratta il periodo dalla spedizione di Carlo VIII al 1547; i Commentari delle cose dei Turchi (1531), che va da Osman a Solimano II; due serie di Elogia (1548), destinate a servire come testi esplicativi sotto i ritratti del museo; diverse Vitae dei Visconti di Milano, di Alfonso d'Este, del Gran Capitano, del marchese di Pescara, di Leone X, di Adriano VI e di Pompeo Colonna. Si occupò anche di ittiologia con il trattato De romanis piscibus libellus (Como 1483 - Firenze 1552).