Imperatore romano. Figlio del conte Varroniano, percorse la carriera militare
sotto Costanzo II. All'avvento di Giuliano era tribuno. Alla morte di Giuliano,
nonostante la sua riluttanza, fu acclamato imperatore dall'esercito (363).
Costretto dalle circostanze disastrose della campagna persiana e per consolidare
la sua autorità, dovette accettare le condizioni di pace da Sapore,
rinunciando ad alcune province. Cristiano e cattolico convinto,
G.
provvide subito a revocare le leggi anticristiane di Giuliano, promulgando la
tolleranza per tutti. Richiamò tutti i vescovi ch'erano in esilio, tra
cui Sant'Atanasio. Le buone disposizioni di
G. spinsero le varie
sètte ariane a chiedergli protezione sperando di trarlo alle proprie
idee. Durante un viaggio verso Costantinopoli assistette, a Tarso, ai funerali
di Giuliano, poi ad Ancira prese il consolato, ma a Dadastene, improvvisamente
morì (Singidunum, Mesia 331 - Dadastene 364).