Al secolo
Angelo Giuseppe Roncalli. Compì gli studi presso il
seminario diocesano di Bergamo e il collegio Sant'Apollinare di Roma. Ordinato
sacerdote nel 1904, si stabilì a Bergamo dove assunse l'incarico di
segretario del vescovo G.M. Radini-Tedeschi (1905). Dedicatosi agli studi
storici, pubblicò il volume
Gli inizi del seminario di Bergamo e S.
Carlo Borromeo, 1575 (1936-59). Allo scoppio del primo conflitto mondiale fu
chiamato alle armi, assumendo il grado di sergente della sanità e
successivamente quello di tenente cappellano. Nel 1921 gli venne affidato da
Benedetto XV l'incarico di dirigere l'Opera di propagazione della fede; quattro
anni più tardi venne nominato vescovo da Pio XI e inviato come visitatore
apostolico in Bulgaria (dove rimase sino al 1935). Ebbe così inizio la
sua carriera diplomatica che lo portò nel 1935 a Istanbul e nel 1945 a
Parigi. Nominato cardinale in occasione del concistoro del gennaio 1953, nello
stesso anno divenne patriarca di Venezia. Salito al soglio pontificio nel 1958
come successore di Pio XII, cercò di rinsaldare i rapporti con le Chiese
d'Oriente, sorretto nel suo proposito dall'esperienza acquisita come visitatore
apostolico in Bulgaria e come delegato in Turchia. A questo scopo ricevette, per
la prima volta dopo tre secoli, l'arcivescovo ortodosso Iakovos (1959). Nel 1960
fu la volta dell'arcivescovo di Canterbury, nel 1961 del presidente della Chiesa
episcopaliana degli Stati Uniti e, successivamente, dei rappresentanti di quasi
tutte le confessioni protestanti. Nel gennaio 1959
G. rese pubblica la
sua intenzione di convocare a Roma il Concilio Vaticano II (1962-65), per
impostare un dialogo nuovo tra la Chiesa e la società civile, dare un
contributo alla costruzione della pace e rivedere strutture e ispirazioni della
Chiesa cattolica. Parallelamente alla sua attività in preparazione del
Concilio,
G. si sforzò di creare una nuova immagine del capo della
Chiesa, più vicino ai poveri, agli emarginati, ai fedeli di tutto il
mondo. Promosse la riforma del codice del diritto canonico (istituendo a tal
fine un'apposita Commissione cardinalizia, 1963), avvertendo come esigenze
primarie delle istituzioni religiose quelle dell'aggiornamento, della
semplificazione e dell'adeguamento alle esigenze della società
contemporanea. Si preoccupò inoltre di rafforzare la posizione della
Chiesa cattolica in tutti i Paesi del Terzo Mondo e di favorire la formazione di
un clero indigeno. Nel 1960, nel quadro dell'organizzazione del Concilio, venne
creato il Segretariato per l'Unione dei Cristiani cui
G. mise a capo il
cardinale Agostino Bea. In campo politico e sociale il papa si impegnò
con ogni energia a favore del processo di distensione internazionale. Documenti
di questa attività sono le due encicliche
Mater et Magistra (1961)
e
Pacem in Terris (1963). Nella prima
G., dopo aver riassunto le
direttive delle encicliche
Rerum Novarum di Leone XIII e
Quadragesimo
Anno di Pio XI, enuncia le istanze sociali cristiane applicandole nei campi
economico e sociale. Nella
Pacem in Terris, probabilmente il più
importante documento del pensiero giovanneo, il papa sottolineò quali
fossero, secondo i precetti della dottrina cristiana, i presupposti della
convivenza tra gli uomini e tra i pubblici poteri, battendosi perché, nei
rapporti all'interno della comunità internazionale, prevalessero la
giustizia e l'amore. Nell'enciclica veniva inoltre indicato il dovere dei
cattolici di partecipare alla vita politica del loro tempo come momento
insostituibile della realizzazione della Parola di Dio. Le attività di
G. in favore della pace e del progresso della Chiesa guadagnarono al
pontefice un'immensa popolarità in Italia e all'estero; l'apprezzamento
verso la sua opera venne testimoniata nel 1963 dall'assegnazione del premio
della Fondazione Eugenio Balzan per la pace. Fu proclamato beato nel settembre
del 2000 (Sotto il Monte, Bergamo 1881 - Roma 1963).
Papa Giovanni XXIII
Papa Giovanni XXIII parla ai giornalisti