Vescovo di Bologna e arcivescovo di Ravenna, venne eletto papa nel 914 come
successore di Landone, con l'appoggio della potente famiglia romana dei
Teofilatti. Incoraggiò la formazione di una lega in funzione
antisaracena, comprendente l'imperatore greco, la feudalità italiana
delle regioni centrali e meridionali e l'imperatore Berengario. L'organizzazione
venne dotata di una flotta e di un potente esercito posti sotto il diretto
comando di
G. Nel 915 i saraceni vennero sconfitti nei pressi del fiume
Garigliano; tuttavia, dopo questa vittoria, i nobili italiani si ribellarono a
Berengario ed elessero loro capo Rodolfo di Borgogna con l'intento di farlo
diventare imperatore. Berengario venne ucciso nel 924; la sua morte
determinò il fallimento della politica di
G. Poco tempo dopo il
papa fu assassinato nel corso di una ribellione della nobiltà romana
(Tossignano, Imola 860 circa - Roma 929).