(detto
Senza Terra). Re d'Inghilterra. Figlio di Enrico II e di Eleonora
d'Aquitania, salì al trono d'Irlanda nel 1177 e assunse il titolo di
conte di Mortain nel 1189. Nominato reggente dal fratello Riccardo Cuor di Leone
impegnato nella III Crociata (1190-92), cercò in sua assenza di
impadronirsi del regno. Nel 1199, dopo la morte di Riccardo, riuscì ad
entrare in possesso della corona, che era stata destinata al nipote Arturo di
Bretagna (figlio del fratello Goffredo). Entrato in conflitto con il re di
Francia Filippo Augusto, sostenitore della candidatura di Arturo,
G.P.
perse quasi tutti i territori inglesi in Francia (Normandia, 1204; Turenna,
1205). Nel 1206, essendosi opposto alla nomina fatta da Innocenzo III del
cardinale Stefano Langton a primate della Chiesa d'Inghilterra, compromise in
modo irreparabile i suoi rapporti con il papa. Innocenzo III prima lo interdisse
(1208), poi lo scomunicò (1209); il re reagì confiscando i beni
della Chiesa inglese. Alienatosi il sostegno dei nobili a causa della sua
politica accentratrice, per piegare l'opposizione interna nel 1213,
G.P.
fu costretto a riappacificarsi con la Chiesa infeudando i suoi regni alla Santa
Sede. Malgrado l'appoggio pontificio, il 19 giugno 1215 il re fu obbligato dai
baroni inglesi a firmare la
Magna Charta Libertatum
(V.), documento che limitava ampiamente i poteri
della Monarchia.
G.P. revocò poco tempo dopo le concessioni
previste dalla
Magna Charta; i contrasti nati in seguito a questo atto,
sfociarono in una guerra civile (1215-17) alla quale prese parte anche il
delfino di Francia, Ludovico VIII, sostenitore della causa dei nobili. Alla
morte di
G.P., avvenuta nel 1216, gli successe il figlio maggiore con il
nome di Enrico III (Oxford 1167 - Castello di Newark, Nottinghamshire
1216).