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Giovani Turchi.

Espressione con cui vennero indicati i membri di un movimento politico (poi trasformatosi in partito) nato in Turchia nel 1868 per iniziativa di Midhat Pascià (V.). I G.T. intendevano promuovere una serie di riforme istituzionali che avviassero nel Paese la costituzione di una democrazia di tipo occidentale. La loro azione risultò decisiva nella deposizione del dispotico Abdulaziz e di Murad V che portò all'emanazione da parte del nuovo sultano Abdulhamit di una Costituzione liberale (1876), che rimase in vigore solo due anni. Nel 1894 i G.T. costituirono il comitato Unione e progresso, sotto la guida di Ahmed Riza e degli ufficiali Niazi e Enver Pascià. La nuova organizzazione, temendo un avvicinamento tra Russia e Gran Bretagna che avrebbe implicato uno smembramento dell'Impero, insorse il 22 luglio 1908, imponendo il ripristino della vecchia Costituzione. Il sultano Abdulhamid II cercò di attuare una contro-rivoluzione, ma il 24 aprile 1909 le forze dei G.T. ebbero il sopravvento. Il sultano fu deposto e fu chiamato a succedergli il fratello Mehmed V Reshad. Da quel momento in poi i G.T. giocarono un ruolo decisivo nelle vicende dell'Impero turco, imponendo una linea marcatamente nazionalista in politica estera che portò al conflitto italo-turco (1911-12) e alla prima guerra balcanica (1912-13). L'assassinio del gran visir Sevket (giugno 1913) portò all'istituzione del triumvirato Enver-Giamāl-Talat, che trascinò la Turchia verso la prima guerra mondiale; la sconfitta del 1918 portò allo scioglimento del partito, i cui seguaci confluirono nel movimento guidato da Mustafà Kemal Pascià (V.).