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Giorno, Il.

Poemetto didascalico satirico in endecasillabi sciolti di Giuseppe Parini. È costituito da quattro parti: la prima, il Mattino, fu pubblicata nel 1763, la seconda, il Mezzogiorno, nel 1765, la terza e la quarta, in un primo momento unite nella Sera e poi divise in il Vespro e la Notte, uscirono incomplete e postume nel 1801. Il poeta, fingendosi "precettor d'amabil rito", descrive il modo vacuo e frivolo con cui il "giovin signore" trascorre la giornata, con un tono ora ironico, ora malizioso, ora sdegnato. Svegliatosi a tarda ora, il giovane consuma una abbondante colazione conversando futilmente con maestri di canto e di ballo; segue una lunga toeletta, quindi il viaggio in carrozza per le strade della città. Il signore pranza con una dama sposata a cui è sentimentalmente legato e con altri personaggi eccentrici. Trascorre la serata passeggiando nel corso tra maldicenze e pettegolezzi. La giornata si conclude con un ricevimento mondano vivacizzato da invitati elegantissimi ma spiritualmente aridi. L'opera, intrisa di classicismo settecentesco, è scritta con uno stile ricercato. È evidente in essa la denuncia del mondo aristocratico settecentesco, galante, frivolo e vuoto.