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Giocondo, Fra'.

Pseudonimo di Giovanni da Verona. Architetto e umanista italiano. Era frate francescano, o domenicano secondo Tiraboschi. Si fece conoscere per lavori di architettura idraulica sull'Adige, a Venezia, ed a Verona, dove fu a servizio dell'imperatore Massimiliano I. Luigi XII lo chiamò a Parigi per la costruzione del ponte di Notre-Dame a cinque arcate, e il piccolo ponte dell'Hôtel-Dieu. In Francia scoperse numerose lettere inedite di Plinio il Giovane, che furono stampate da Aldo Manuzio. A Venezia costruì il grande fondaco dei Tedeschi; ma indignato per aver veduto respinti, per sola gelosia, i suoi piani di ricostruzione di Rialto, si recò a Roma dove il Papa lo nominò, con Raffaello, architetto di San Pietro. Può essere considerato come il rinnovatore dell'architettura veneta, che fu poi portata a perfezione dal suo allievo e continuatore veronese, il Falconetto. La Loggia del Palazzo del Consiglio a Verona è certamente tra i suoi capolavori. Strana caratteristica della sua attività di architetto è ch'egli divise sempre la sua parte di ideatore e disegnatore da quella degli esecutori materiali dell'opera, per il che la maggior parte delle costruzioni da lui ideate potrebbe, in un certo senso, venirgli contestata. Come umanista annotò i Commentari di Cesare e diede ottime edizioni di Vitruvio, di Catone, di Aurelio Vittore, ecc. (Verona 1433 - Roma 1515).